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Politica e immigrazione: scopri i comuni colpiti dall’effetto Brexit

Per effetto Brexit, la definizione è di chi scrive, si intende quel fenomeno per cui le forze politiche che hanno posizioni più rigide nei confronti degli immigrati ottengono maggiore consenso laddove di immigrati ce ne sono meno. E che si è visto per la prima volta, appunto, al referendum per la permanenza del Regno Unito all’interno dell’Unione europea. Quando il ‘leave’, l’addio all’Ue, vinse nelle zone con una minor percentuale di residenti stranieri, dopo una campagna elettorale all’insegna del «Bring back our borders». Ovvero, riprendiamoci i confini. O «Stop invasione», per citare uno slogan sentito a queste latitudini.

 

Bene, anche il 4 marzo si è assistito all’effetto Brexit? La risposta è sì. Almeno per quanto riguarda il voto della Lega in due regioni come la Lombardia e il Veneto. Da qui in avanti proviamo a spiegare perché. Intanto i dati. Da una parte, ovviamente, ci sono i risultati ottenuti alla Camera, in ciascun comune d’Italia, dai partiti. Numeri che sono stati estratti e resi disponibili dall’associazione OnData.

InfoData ha scelto di concentrarsi sui quattro principali: oltre alla Lega, il M5S, Forza Italia e il Pd. E li ha rappresentati come differenza rispetto alla percentuale ottenuta a livello nazionale. Dall’altra, invece, gli stranieri. Utilizzando i dati Istat, abbiamo calcolato la differenza nella percentuale di immigrati residenti in ogni comune d’Italia tra il 2016 (ultimo anno per cui sono disponibili) ed il 2012. In questo modo è stato possibile visualizzare le realtà in cui la presenza di stranieri sul totale della popolazione è cresciuta o è diminuita. Incrociando questi due indicatori su un grafico, il risultato è questo:

 

Di default il grafico presenta la situazione relativa alla Lega in Veneto, la regione in cui il fenomeno è più evidente. Per farla breve: ogni punto rappresenta un comune. Tutti quelli nella parte alta sono quelli in cui il partito, nel caso specifico quello di Matteo Salvini, ha ottenuto risultati superiori alla media nazionale. Nella regione in cui lo scorso ottobre oltre il 98% degli elettori ha chiesto maggiore autonomia da Roma, non stupisce che nella quasi totalità dei comuni veneti il risultato leghista sia stato superiore alla media nazionale.

 

Ma, e qui entriamo nel cuore dell’analisi, bisogna tenere conto anche della distribuzione dei punti a destra o a sinistra. Questi ultimi sono quelli nei quali la percentuale di stranieri sulla popolazione residente si è ridotta tra il 2012 ed il 2016. E dove si colloca il voto leghista nei comuni veneti? In alto a sinistra: percentuali più alti dove la concentrazione di immigrati è in calo. L’effetto Brexit, insomma.

 

Il lettore può ‘giocare’ con i filtri e visualizzare la situazione in altre regioni d’Italia, magari concentrandosi su una singola provincia. E, ovviamente, vedere come sono andate le cose anche per gli altri tre partiti i cui risultati sono stati inclusi nell’analisi. Nel tentativo di rendere più intuitiva la comprensione di quanto esposto, si è deciso di provare a rappresentare i risultati di ciascuna lista su una mappa. Eccola:

 

Di default viene visualizzata la situazione relativa alla Lega, ma basta cliccare sul simbolo di un altro partito per vederne i risultati. Con i filtri si può stringere il campo su una regione o su una provincia. E poi, l’elemento centrale, ci sono i colori. I comuni colorati di rosso sono quelli in cui la percentuale di stranieri si è ridotta, quelli dipinti di blu rappresentano i territorio in cui la loro presenza è aumentata. Le tonalità scure indicano un risultato del partito superiore a quello della media nazionale, quelle chiare uno inferiore. L’effetto Brexit, per farla breve, è dipinto in rosso scuro. Tonalità che colora buona parte del Veneto e della Lombardia. Dove gli stranieri già diminuiscono, ma chi dice di volerne ancora meno va più forte nelle urne.

Ultimi commenti
  • prof |

    Se ho capito bene intendono la percentuali dei migranti rispetto alla popolazione del dato luogo. Se è cosi, la diminuizione della percentiale di migranti presenti in un dato luogo dovrebbe indicare la diminuzione del loro numero assoluto; sarebbe diverso se avessimo una popolazione in moderata o forte crescita, ma non è proprio il nostro caso. Certo però la cosa poteva valere una riga in più nel pezzo. Come anche mi sarebbe piaciuto un accenno al tema: “votare per il partito che vuole far diminuire gli immigrati in un luogo dove gli immigrati stanno già diminuendo, è per forza una contraddizione?”. Se ci si ragiona su quantitativamente ci si potrebbe stupire della risposta.

  • prof |

    Se ho capito bene intendono la percentuali dei migranti rispetto alla popolazione del dato luogo. Se è cosi, la diminuizione della percentiale di migranti presenti in un dato luogo dovrebbe indicare la diminuzione del loro numero assoluto; sarebbe diverso se avessimo una popolazione in moderata o forte crescita, ma non è proprio il nostro caso. Certo però la cosa poteva valere una riga in più nel pezzo. Come anche mi sarebbe piaciuto un accenno al tema: “votare per il partito che vuole far diminuire gli immigrati in un luogo dove gli immigrati stanno già diminuendo, è per forza una contraddizione?”. Se ci si ragiona su quantitativamente ci si potrebbe stupire della risposta.

  • Tonio |

    Un’osservazione. Il fatto che in una determinata zona la percentuale di migranti sia diminuita non significa che in quella zona ci siano meno migranti. Più corretto sarebbe fare il confronto tra voti presi da ciascuna forza politica e quantità totale di migranti alla data del voto. Certo, non sarebbe figo come un grafico a dispersione con assi cartesiani, ma sarebbe senza dubbio di maggior valore informativo per il lettore.

  • Tonio |

    Un’osservazione. Il fatto che in una determinata zona la percentuale di migranti sia diminuita non significa che in quella zona ci siano meno migranti. Più corretto sarebbe fare il confronto tra voti presi da ciascuna forza politica e quantità totale di migranti alla data del voto. Certo, non sarebbe figo come un grafico a dispersione con assi cartesiani, ma sarebbe senza dubbio di maggior valore informativo per il lettore.

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