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Un anno di politica, i sondaggi dopo il 4 marzo

Il 4 marzo, un anno fa, l’Italia è cambiata. Se guardiamo la cartina politica che è uscita dalle elezioni scopriamo che i colori sono cambiati. Il giallo del Movimento Cinque Stelle e il verde della Lega sono maggioranza nel Paese. Un anno dopo quella data cosa è successo? Qui trovate il dossier del Sole 24 Ore.com

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Un modo per capirlo quanto è ricorrere a un’aggregazione dei sondaggi messi a disposizione dal sito pollofpolls.eu , che ne riduce in qualche misura il margine d’errore e ci consente di essere più precisi. Troviamo così che dal momento del voto Movimento 5 Stelle e Lega hanno avuto traiettorie opposte, con il primo che ha perso ormai circa dieci punti percentuali rispetto alle rilevazioni compiute dopo il 4 marzo. La seconda, nel gruppo delle forze conservatrici, ha invertito il rapporto di subordinazione che la legava a Forza Italia sin dall’inizio della seconda repubblica, nel ‘94, diventando per la prima volta la forza egemone della destra italiana. Proprio Forza Italia oggi risulta in quasi tutti i sondaggi sotto il 10%, mentre il Partito Democratico appare in leggero calo anche rispetto al già deludente risultato del 4 marzo.

 

Non sembra invece esserci molto spazio per i partiti minori, nessuno dei quali al momento raggiunge il 5% nelle rilevazioni. Quello che ci va più vicino è Fratelli d’Italia, mentre le altre forze di centro e sinistra – alcune delle quali peraltro neppure esistono più  nella loro forma originaria – arrivano a mala pena al 3%.

 

A oggi è invece difficile valutare l’eventuale successo di nuovi progetti come il “fronte europeista” di Carlo Calenda. Un sondaggio SWG di qualche tempo fa ha trovato che esso potrebbe valere fra il 20 e il 24% – dunque non molto di più della somma delle sue parti –, ma si tratta di stime ancora molto incerte e provvisorie.

 

 

È improbabile per un partito arrivare a numeri rilevanti senza aver successo su scala nazionale, e questo sembra essere il caso della Lega. Non più e non solo partito del nord, secondo alcune rilevazioni essa ormai attrae elettori anche al centro e al sud – certo con intensità minore ma comunque con risultati migliori rispetto a Forza Italia, un risultato difficile da immaginare anche solo pochissimi anni fa.

 

Secondo un sondaggio condotto da Tecné per Forza Italia a inizio febbraio scorso, per esempio, al nord la Lega sarebbe oltre il 40%, al 30% al centro e oltre il 15 al sud. Certamente le rilevazioni di parte vanno prese con più cautela, e non a caso questa tende a presentare valori del proprio committente superiori di qualche punto rispetto alla media degli altri sondaggi.

 

Ma che la Lega sia ormai partito nazionale è confermato anche dal voto vero e proprio, come per esempio è successo alle regionali in Abruzzo. Nel 2014 essa non si era nemmeno presentata, ma questo giro è diventata di gran lunga il primo partito contribuendo in maniera determinante alla vittoria della coalizione di centro-destra.

 

 

Questo non vuol dire che i sondaggi vadano presi come oro colato, anzi. Gli italiani, in particolare, negli ultimi anni sono spesso andati fuori centro e a volte di molto, come alle politiche del 2013 – quando avevano ampiamente sottovalutato il Movimento 5 Stelle – o alle Europee del 2014 – dove invece mancarono il 40% del PD.

 

A marzo scorso ci sono stati ancora errori di previsione, benché non allo stesso livello. I sondaggisti, nel complesso, avevano dato troppo in basso Lega e Movimento 5 Stelle, troppo in alto PD e Forza Italia. Errori che, ancora una volta, hanno superato gli intervalli di confidenza delle stime e dunque suggeriscono che i sondaggi italiani hanno dei problemi strutturali.

 

Neppure però serve per forza buttare via il bambino con l’acqua sporca: nonostante i loro limiti, i sondaggi restano oggi lo strumento più accurato – o forse converrebbe dire meno sbagliato – per farsi un’idea di dove tira il vento.

 

C’è poi sondaggista e sondaggista: nessuno di loro, a dire la verità, ha fornito rilevazioni che a marzo scorso hanno centrato con esattezza almeno uno dei quattro partiti principali, ma quanto meno alcuni alcuni ci sono andati più vicini di altri.

 

Per la Lega, per esempio, si sono avvicinati al risultato reale gli istituti Termometro Politico, Demetra e Bimedia, mentre Ixé è quello che ha sbagliato in maggior misura. Ancora Demetra, SWG e Tecné sono stati invece più affidabili nei confronti del Movimento 5 Stelle, che invece Termometro Politico e Bimedia hanno sottovalutato parecchio.

 

Anche per PD e Forza Italia è possibile fare lo stesso esercizio, che ci consente almeno di separare un po’ il segnale dal rumore e scoprire chi conduce le rilevazioni più affidabili – e dunque merita di essere seguito con attenzione –, chi non proprio.