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economia

Perché in Europa chi ha meno soldi compra casa?

Si tratta, ovviamente, di una generalizzazione. Ma la tendenza che emerge dai numeri è chiara: nei Paesi più ricchi d’Europa la quota di persone che vivono in una casa di proprietà è inferiore rispetto a quella delle economie emergenti.

 

La fonte è Eurostat, che nei giorni scorsi ha reso disponibili i dati relativi alla percentuale di persone proprietarie del tetto sopra la loro testa. InfoData ha provato ad incrociarli con quelli relativi al Prodotto interno lordo pro capite, sempre elaborati dall’istituto europeo di statistica. Una precisazione: in questo caso, il Pil è espresso in Purchasing power standars, un indice che misura il potere d’acquisto. In altre parole, fatto 100 il valore medio europeo, i cittadini delle nazioni con un valore maggiore hanno una maggiore capacità di spesa e viceversa. Il risultato è questo:

 

 

La tendenza appare abbastanza chiara. Meno veloce corre l’economia, maggiore è il numero di persone che possiedono la loro abitazione. Tendenza che, per quanto paradossale, è corroborata dai dati. In centro al grafico c’è l’Europa. Ovviamente il valore del Pil procapite in PPS in questo caso è pari a 100. Mentre la quota di case di proprietà è pari al 69,4%. Non solo: sul 29,6% delle abitazioni grava un mutuo. È importante qui specificare che la percentuale di casa ipotecate fa riferimento al totale delle abitazioni e non solo a quelle di proprietà.

 

Agli estremi opposti del grafico ecco la Svizzera e la Romania. Nella Confederazione il Pil arriva a quota 161, ma appena il 43,4% delle case è abitato da chi le possiede. Nel Paese dell’est europeo, invece, il prodotto interno lordo pro capite in PPS scende a 57, praticamente la metà della media continentale. Ma la percentuale di proprietari di casa sale al 96,4%. E solo lo 0,9% degli immobili residenziali è gravato da mutuo. L’Italia, con un Pil pari a 96 e una percentuale di case di proprietà del 72,9%, rispetta perfettamente la tendenza.

Bene, ma che significa tutto ciò? Che nei Paesi ricchi le case costano troppo e, complice la crisi, meno persone se la possono permettere? Che nelle nazioni più povere il primo passo per l’emancipazione economica è quello di comprare un appartamento? Che per i Millennials l’acquisto di una casa non è più un obiettivo e questa tendenza si esplicita al meglio nelle economie più avanzate? Certamente ciascuno di questi fattori ha un proprio peso.

 

Ma una spiegazione può venire anche dalla dimensione delle bandiere sul grafico. Che rappresenta la percentuale di case di proprietà gravate da un mutuo. Verosimilmente, la fetta di popolazione più giovane che ha deciso di comprare un’abitazione e sta onorando l’impegno sottoscritto con la banca all’atto della compravendita. Come è facile intuire, questa quota è più bassa in quei Paesi in cui il Pil pro capite è minore, con la sola eccezione della Norvegia.

 

Nelle economie più stagnanti anche il mercato immobiliare si muove meno. Anche in questo caso, l’esempio perfetto è quello rumeno: oltre il 96% di case di proprietà, ma meno dell’1% sono quelle per le quali è ancora attivo un mutuo. Non solo. I Paesi con un’economia più debole sono anche quelli in cui è più alta l’emigrazione, che verosimilmente si dirige verso le nazioni europee più ricche. E uno straniero in cerca di fortuna è più probabile che la casa la cerchi in affitto, piuttosto che acquistarla. Ecco spiegato, al netto di fattori culturali, il paradosso per cui le case di proprietà sono di più nelle economie più deboli.