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economia

Licenziamento illegittimo: sanzioni e numeri nel pubblico e nel privato

Le possibili combinazioni sono almeno otto, con la precisazione che in caso di licenziamento discriminatorio in tutti i casi scatta la reintegrazione sul posto di lavoro, abbinata a un risarcimento del danno pari al pagamento di una somma pari a tutte le retribuzioni che il dipendente avrebbe maturato dal licenziamento illegittimo sino alla ripresa del lavoro.
Le cause di licenziamento, intanto, riprendono a crescere: secondo i dati del ministero della Giustizia (rielaborati dal Sole 24 Ore in edicola il 19 giugno), nel 2016 sono stati avviati in Tribunale 22.279 procedimenti nel settore privato, in aumento del 18,7% rispetto al 2014, con Roma, Milano e Napoli tra le città con il maggior numero di cause per abitante.  La crescita nel biennio è da imputare soprattutto al rito Fornero: la procedura “speciale” ha riguardato 15.223 nuove cause nel 2016 rispetto alle 9.836 del 2014. Pochi ancora, invece, i fascicoli relativi ai licenziamenti di dipendenti assunti con il contratto a tutele crescenti.  I licenziamenti nel 2016 sono stati 899mila, meno del 10% del totale delle cessazioni dei rapporti di lavoro. Su un totale di 9,1 milioni di cessazioni, 5,9 milioni hanno riguardato la fine di contratti a termine, 1,29 milioni sono state richieste dal lavoratore, 1,1 milioni sono state promosse dal datore di lavoro, mentre 792mila sono state determinate da altre cause (per esempio, risoluzione consensuale o modifica del termine inizialmente fissato).

 

Articolo sul Sole 24 Ore del 3 luglio 2017