La Scuola europea di alti studi tributari dell’università di Bologna (Seast), che si è cimentata in un giro virtuale tra i diversi sistemi, ha individuato tre grandi capitoli di intervento: il sostegno alla crescita delle start up innovative, i premi fiscali all’innovazione e gli interventi per dare più convenienza fiscale allo sviluppo eco-sostenibile. Tra i big, solo Italia e Francia presentano una vera e propria strategia fiscale per lo sviluppo dell’Industria 4.0, con misure articolate e ritagliate su misura sul tessuto produttivo. Nel nostro Paese, però, al contrario di Parigi, non sono per ora previste misure a favore del green. La Germania ha fatto da apripista nel 2011 con «Industrie 4.0». Qui, oltre la metà delle imprese manifatturiere con più di 100 milioni di euro di fatturato ha effettuato investimenti o li sta perfezionando. Berlino viaggia però controcorrente: se si esclude l’esenzione di imposta sul reddito per gli investimenti in venture capital di società innovative, alle agevolazioni fiscali il governo tedesco sembra preferire i finanziamenti diretti (nazionali o federali). In Olanda e Spagna, invece, gli interventi hanno assunto piuttosto le sembianze di un sostegno all’innovazione.