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politica

Referendum: ecco come si è schierata la Rete in attesa del voto

Ci siamo quasi. Ancora poche ore e poi saranno le urne a dare il verdetto più atteso. Il referendum costituzionale che chiama gli italiani al voto domenica (4 dicembre) nasconde sviluppi che vanno al di là della riforma in sé. L’esito referendario è diventato, di fatto, una prova di forza per governo e opposizione. Quello che potrà accadere dopo lo spoglio è imprevedibile.
Intanto, però, il dibattito fra i sostenitori del “Sì” e quelli del “No” è più acceso che mai, con i social network che diventano piazze e ospitano milioni di opinioni. Opinioni che, raccolte e filtrate da un algoritmo, possono diventare dati interessanti in chiave elettorale. Nonostante non abbiano il crisma del sondaggio ufficiale, infatti, i trend politici sui social (Facebook e Twitter in testa) sono ormai diventati materia di studio per appassionati e spin doctor.
Come si è schierata la Rete in vista del referendum del 4 dicembre ce lo raccontano due indagini diffuse in queste ore. La prima è firmata da Blogmeter, un’azienda di social media intelligence. La seconda, invece, è a cura di Sixth Sense, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Dall’analisi svolta da Blogmeter emerge che nelle ultime settimane, in Rete, i messaggi a sostegno del “SI” sono in aumento, ma la grande maggioranza degli utenti che si esprimono sul referendum (60%) sono per il “NO”. La tag cloud che segue è riferita ad hashtag e termini maggiormente usati sui social nell’ultima settimana (più e grande la parola, maggiore è stato l’uso).


Come nasce la tag cloud
Dal 24 settembre al 1 dicembre, Blogmeter ha raccolto 4 milioni di messaggi pubblici sul tema referendum, lasciati da più di 800.000 utenti, che hanno generato oltre 25 milioni di interazioni (+140% rispetto al mese precedente) sui social media (like, retweet, commenti, visualizzazioni, ecc…) e 335 milioni di visualizzazioni uniche. Il 54% di questi messaggi è stato prodotto su Twitter, il 36% su Facebook, il 6% dai siti di notizie e il restante è frammentato tra altre piattaforme.
Grazie all’analisi semantica dei Big Data, Blogmeter è stata anche in grado di individuare le opinioni espresse spontaneamente dagli italiani in oltre 1,8 milioni di messaggi. Analizzando l’intero periodo emerge che il 60% degli utenti che parlano del referendum hanno pubblicato commenti a favore del “No” mentre il 40% lo ha fatto per il “Sì”. «Ma – spiega Vincenzo Cosenza, senior strategist di Blogmeter – se si guarda l’evoluzione nel tempo si nota come negli ultimi giorni i sostenitori del Sì in rete siano cresciuti. Siamo passati da un divario tra gli autori unici per il No e quelli per il SI del 37% a inizio ottobre fino ad un 10% negli ultimi quattro giorni».
I concetti più ricorrenti nei messaggi di coloro che sono contro la riforma riguardano l’occasione di mandare a casa il governo Renzi e la questione dell’immunità parlamentare per i consiglieri regionali. Gli hashtag e i termini più citati sono stati: “#iovotono”, “votare” e “renzi”.
I favorevoli, invece, concentrano l’attenzione sulla riduzione dei costi della politica e sui benefici derivanti dall’abolizione del bicameralismo paritario. Gli hashtag e i termini più usati sono stati “#bastunsi”, “votare” e “vincere”.
L’analisi di Sixth Sense: oltre 1.000.000 di tweet
L’altra analisi presa in esame, dicevamo, è quella Sixth Sense, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Qui hanno analizzato i trend dei tweet relativi al referendum costituzionale nelle 2 settimane precedenti le votazioni, raccogliendo ed analizzando una media di oltre 100.000 tweet diversi al giorno. I tweet raccolti sono stati analizzati, geolocalizzati e classificati in base al loro “sentiment” in neutrali, favorevoli al “Sì” oppure al “No”. La mappa che ne è emersa è la seguente:

Secondo l’analisi di Sixth Sense il numero di tweet favorevoli al “Sì” sta crescendo rapidamente negli ultimi giorni, mentre quelli per il “No” – che erano prevalenti fino a circa il 21 Novembre – sono in discesa.
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