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politica

Crisi, economia e immigrazione: gli ingredienti del cocktail populista


Fra pochi mesi (tra fine aprile e inizio maggio) alle elezioni per la conquista dell’Eliseo, Marine Le Pen potrebbe rivelarsi la possibile Trump d’Europa. L’affinità nel programma non manca e simile è anche la situazione di crisi economica e identitaria che la Francia sta affrontando in questo periodo, anche se meno consistente rispetto agli Usa.
È proprio sulla crisi della classe medio-bassa che la Le Pen fa leva per conquistare il favore di una maggioranza silenziosa che potrebbe manifestare la propria rabbia, paura e frustrazione consegnandole la vittoria. Il punto forte, a detta di Jean-Pierre Raffarain (ex premier ora schierato con Juppè), sono «le sue risposte semplici a problemi complessi».
Risposte che contengono molti ingredienti di quel cocktail populista che con Trump sembra essersi aperto la strada per una sempre più diffusa affermazione. Due i temi caldi su cui questi partiti cercano di calcare la mano: la crisi economica e l’immigrazione. In relazione a quest’ultimo, in particolare, sono in aumento le persone (nei diversi Paesi dell’Unione europea) che indicano il flusso migratorio come uno dei due problemi più importanti che il governo deve affrontare. Malta (34.3%), Regno Unito (21.4%) e Germania (11.6) i primi tre per libello di preoccupazione. Sesta l’Italia con una percentuale dell’8.3%.

Articolo sul Sole 24 Ore del 10 novembre a pagina 12