Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
economia

Industria, il peso dell'Italia sulla produzione mondiale

Uno scenario globale sempre più complesso, che mostra un rallentamento dell’ascesa dei paesi emergenti, il consolidamento del primato cinese, la ripresa dell’attività industriale nelle nazionali avanzate, soprattutto Usa e Germania. Con il commercio internazionale che cresce ad un ritmo molto più basso del passato, inferiore al Pil globale. In questo contesto l’Italia «ancora arranca», ma «riesce a difendere» la seconda posizione in Europa e si colloca al settimo posto nel mondo (era ottava, scivola il Brasile), con un valore aggiunto del 2,3%, una quota dimezzata rispetto al periodo pre-crisi (era 4 nel 2007), un terzo rispetto al 6,1 della Germania (quarta posizione nel mondo). Ma comunque superiore rispetto a Regno Unito e Francia. Siamo noni nell’export di manufatti, ottavi se si mette in conto il recente deprezzamento della sterlina.
È ciò che emerge dal settimo volume Scenari industriali del Centro studi Confindustria presentato ieri, dal titolo “I nuovi volti della globalizzazione, alla radice delle diverse performance delle imprese”. Il commercio mondiale frena e cambia per la normalizzazione della crescita cinese, l’accorciamento delle filiere globali, la caduta degli investimenti nei paesi avanzati, -2 punti percentuali in quota sul pil, il protezionismo dilagante (dal 2009 le misure protezionistiche sono state oltre 6.200, 360 nei primi 10 mesi di quest’anno nei paesi del G-20), la diminuzione del prezzo delle materie prime.
Articolo del Sole 24 Ore del 4 novembre 2016