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economia

Professionisti: redditi giù dell’1,2%. I notai sempre al top

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Le dichiarazioni fiscali presentate nel 2015 (relative all’anno di imposta 2014), secondo quanto emerso dalle statistiche fiscali sugli studi di settore, vedono i redditi dei professionisti in frenata.
Analizzando le macro categorie, i professionisti rappresentano il valore più elevato in quanto hanno dichiarato al fisco un reddito medio annuo pari a 41.590 euro, nonostante un calo dell’1,2% rispetto al 2013. In netta risalita invece estrazioni e manifatture, servizi e commercio i quali hanno registrato rispettivamente +11,8%, +3,7% e +9%.
Se osserviamo nel dettaglio la categoria dei professionisti, possiamo notare che i laboratori di analisi cliniche sono quelli che hanno registrato il maggior calo con 27.550 euro, ben il 24,8% in meno rispetto al precedente anno d’imposta, seguiti dagli amministratori di condominio con -10,8% (26.280 euro).
Commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro si aggiudicano il quarto posto nella classifica con oltre 47mila euro di redditi medi dichiarati, oltre 10mila euro in più rispetto agli studi legali.
Nonostante un calo del 5%, al primo posto restano i notai che hanno denunciato in media 201.260 euro, equivalenti a 12 volte il reddito medio di veterinari, psicologi e architetti.
Per quanto riguarda il lavoro dipendente, il reddito medio dichiarato è di 20.520 euro, -0,4% rispetto al 2013. I dipendenti che dichiarano di più sono quelli delle società di capitali (23.630 euro), mentre quelli con il reddito più basso sono quelli alle dipendenze di una persona fisica (9.700 euro); i dipendenti della pubblica amministrazione arrivano a 21.040 euro.
I lavoratori autonomi invece dichiarano compensi annui inferiori a 25.820 euro (il 4% sopra i 185.920 euro), mentre il 49% delle ditte individuali senza dipendenti un reddito al di sotto dei 15mila euro (solo lo 0,6% sopra i 150mila euro).
In tutto, i ricavi e i compensi dei 3,614 milioni di imprese e professionisti soggetti agli studi di settore si sono attestati sui 713,7 miliardi di euro, con una riduzione del 2,1% rispetto al 2013. Il calo maggiore è quello nei servizi (-2,9%), seguito dal commercio (-2,5%) e dal settore manifatturiero (-1,1%).
 

Tratto da Il Sole 24 ORE del 01/06/2016, pagina 39