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politica

Elezioni comunali, dal 1993 l'affluenza più alta è stata a giugno

Domenica tutti al mare? No, alle urne. A dirlo sono i dati raccolti dal Ministero dell’Interno: non c’è niente come indire le elezioni in giugno per convincere gli italiani ad andare a votare. Con buona pace di chi teme, o magari al contrario vorrebbe nella convinzione di riuscire così a vincere, che domenica prossima i cittadini dei 1.342 comuni chiamati ad eleggere sindaci e consiglieri comunali preferiscano la tintarella alla matita copiativa.
 
Sul portale Eligendo, implementato dal Viminale, è possibile avere accesso ai dati sull’affluenza alle elezioni comunali dal 1993, anno in cui venne introdotta l’elezione diretta del sindaco che prima veniva invece votato dal consiglio comunale, ad oggi. Ed analizzando i numeri relativi ai comuni che domenica prossima saranno chiamati alle urne, si scopre che il caldo non scoraggia i cittadini dal compiere il loro dovere di elettori.
 
È infatti luglio il mese che registra l’affluenza più alta, con una media dell’83,63%. Anche se in realtà sono solo due i comuni chiamati alle urne in questo periodo: successe a Pontinia (Latina) nel 2006 e a Sgurgola (Frosinone) l’anno successivo. In queste due occasioni ad andare alle urne furono rispettivamente l’80,44 e l’86,81% degli aventi diritto. Per quanto riguarda giugno, invece, il discorso è diverso: sono 1.314 i sindaci dei comuni chiamati al voto domenica che festeggiarono l’elezione nel mese del solstizio d’estate. A sceglierli, in media, è stato l’80,87% degli elettori, come a dire che, nonostante il clima praticamente estivo, solo uno su cinque ha deciso per l’astensione.
 
 

Si tratta di un dato di poco superiore a quello registrato nel mese di aprile, con 1.211 sindaci eletti con un affluenza dell’80,69%, e di gran lunga più alto di quello di maggio. I 3.388 primi cittadini che hanno vinto l’elezione in questo mese lo hanno fatto portando alle urne il 75,98% degli elettori. In questo caso, uno su quattro ha preferito non recarsi al seggio. Uniche eccezioni la Liguria e la Sicilia. Tra il golfo di Levante e quello di Ponente è molto meglio votare ad aprile o a novembre per convincere gli elettori ad andare alle urne. Mentre in Trinacria, dove comunque l’affluenza media alle comunali non è mai andata oltre il 78%, a giugno si è fermata al 74,19%.
 
A livello comunale, il paese con la più alta disaffezione dei cittadini alle urne è Carapelle Calvisio, borgo di 82 anime in provincia dell’Aquila: nelle ultime cinque elezioni l’affluenza ha oscillato tra il 21 ed il 34%. Mentre i più ligi al dovere sono i residenti di Morterone nel lecchese, dove la partecipazione al voto riguarda in media il 95,54% degli abitanti. Per fortuna degli scrutatori, si tratta di appena 38 persone. E quindi, nonostante l’affluenza, lo scrutinio si fa in fretta. Guardando alle grandi città, quelle in cui l’esito del voto potrebbe spostare gli equilibri politici a livello nazionale, a Roma in media vota il 70,78% degli aventi diritto, a Milano il 73,49, a Napoli il 66,07, a Torino il 72,92.
 
Fin qui il dato storico, stando al quale questo fine settimana l’affluenza dovrebbe essere alta. Due fattori, però, potrebbero incidere: il primo è il fatto che si vota solo nella giornata di domenica e non anche nella mattinata di lunedì. Il secondo che la domenica arriva al termine del ponte del 2 giugno. Gli elettori resteranno fedeli alle urne e alla tradizione, oppure questa volta preferiranno prendersi una vacanza?