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economia

Wto: le controversie commerciali dal 1995

C’è un attacco silenzioso che gli Stati Uniti stanno portando al cuore dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). Qualcosa di molto diverso dai ruggiti del presidente Donald Trump su Twitter, ma che sta già portando frutti. Una tattica dilatoria e un po’ cavillosa che punta a paralizzare il meccanismo di soluzione delle controversie della Wto, attraverso il blocco sistematico della nomina dei suoi giudici.
Come volàno di nuovi accordi multilaterali per la liberalizzazione degli scambi, la Wto non ha mai brillato. Così, il ruolo di arbitro delle controversie tra i suoi 164 Stati membri, esercitato attraverso il Dispute settlement mechanism (Dsb) e l’Appellate Body, è diventato la sua ragion d’essere. Se uno Stato ritiene che un altro partner applichi pratiche scorrette, può “denunciarlo” al Dsb. Le decisioni del Dsb sono impugnabili di fronte all’Appellate Body, il cui parere diventa vincolante (se recepito dal Dsb): lo Stato sconfitto deve adeguarsi e mettere in atto correttivi, il vincitore può varare ritorsioni. Dal 1995, quando la Wto è nata, sono state risolte oltre 520 dispute. Moltissime hanno a che fare con la vita di tutti i giorni di consumatori e imprese, dai sussidi per i pannelli solari, alla carne agli ormoni, all’amianto.

Articolo del Sole 24 Ore del 21 novembre 2017