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economia

Ttip, prove di intesa in quattro mosse. Nel 2016 si punta ad azzerare il 97% di tutte le tariffe doganali

Il Ttip ridimensiona le aspettative e punta a chiudere una bozza di accordo – entro il 2016 – delimitando un perimetro d’intesa più ristretto, sintetizzabile in 4 punti: tariffe (nulle o quasi), convergenza sugli standard tecnici in 8 settori, qualche apertura Usa sugli appalti pubblici e il riconoscimento, da parte Usa, di una forma di tutela sui prodotti Dop e Igp, in cambio di un aumento dei volumi di carne (che già importiamo in base a un sistema di contingentamento) di alta qualità, sulla carta priva di ormoni. E non è detto che ci si riesca. Perchè 2 questioni-chiave – a cui gli Usa non intendono rinunciare – restano sullo sfondo: la gestione degli arbitrati internazionali (la “clausola Isds”) e il data flow, cioè la possibilità di “conservare” nei server dei colossi dell’Ict Usa flussi di dati di cittadini europei.

Gli Usa sono il primo partner commerciale dell’Unione Europea con esportazioni che valgono 517 miliardi di euro (il 15,3% del totale). Ma il discorso vale anche al contrario, visto che l’Ue è il maggiore partner degli Stati Uniti, con un mercato che vale addirittura più di quello del vicino Canada (510 miliardi di euro contro 482). Attualmente le tariffe doganali più alte sono quelle applicate sull’agrifood, in particolare quelle imposte dall’Ue verso i latticini provenienti dagli States (52%).

Tratto da Il Sole 24 ORE del 11/11/2015, pagina 15