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economia

Milano hub dell’innovazione: l’area del capoluogo unita alla Brianza esprime il 25,5% dei brevetti italiani

La Milano post Expo è un meccano da costruire. I singoli elementi, però, sono già disposti sul tavolo. Esiste – nella sua attuale coesa solidità – la manifattura basata sul medium tech. E c’è la prospettiva della neo-industria. Il medium tech costituisce allo stesso tempo l’ossatura di piena integrazione e il sistema nervoso di profonda connessione con il tessuto economico europeo. La neo industria è quella che gli economisti d’ispirazione tedesca e i consiglieri del back to manufacturing alla Casa Bianca definiscono Industry 4.0. Una evoluzione insieme graduale e di rottura, in grado di stabilire un nuovo link fra le città-mondo e i sistemi nazionali da un lato e, dall’altro, la vera novità del capitalismo globalizzato: il progressivo formarsi nelle Global Value Chains di parti infinitamente più nobili delle altre, laddove l’industria si fa liquida nelle strategie, immateriale nei processi ed esplosiva nella generazione di valore aggiunto. Una cosa che fa – e farà sempre più – la differenza per chi vive e lavora, studia e progetta in un posto o nell’altro del mondo.

Secondo la ricerca svolta dalla Camera di Commercio di Milano sui dati dello European Patent Office, il 25,5% delle domande di brevetto italiane sono arrivate dalla zona Milano-Monza-Brianza. Nella sola città di Milano sono stati depositati 2.290 dei 9.361 brevetti nazionali. Pur essendo la regione con la maggiore densità scientifica e tecnologica, la Lombardia è però ancora lontana dai numeri (impressionanti) della Baviera e della regione del Baden-Württemberg.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 11/11/2015, pagina 10