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economia

Dal commercio ai servizi, l’exploit dei voucher: +69% di vendite in un anno

Tetto annuo dei “guadagni” che sale a 7mila euro e tracciabilità obbligatoria dei buoni. Insieme al divieto di utilizzo negli appalti, sono queste le novità che toccano il lavoro accessorio previste dallo schema di decreto di riordino delle formule contrattuali varato dal Governo, ora all’esame delle Commissioni parlamentari.
Dalla sperimentazione in occasione della vendemmia del 2008 a oggi, il sistema dei buoni lavoro si è progressivamente allargato: l’ultimo report Inps, realizzato per Il Sole 24 Ore, evidenzia una crescita annua del 69% nel 2014, con oltre 69 milioni di tagliandi venduti, l’equivalente di 690 milioni di euro.

Osservando da vicino la distribuzione dei voucher, però, si nota una profonda frattura territoriale: in quattro regioni del Nord – Lombardia (11,8 milioni di euro), Veneto (9,7), Emilia Romagna (8,8) e Piemonte (5,8) – si concentra oltre la metà delle vendite dei buoni lavoro (52%), mentre in Meridione lo strumento resta bloccato, fatta eccezione per la Puglia, dove nel 2014 si è registrato un aumento del 124% rispetto all’anno precedente.
Se si guarda al trend, il numero totale di voucher venduti è progressivamente aumento dal 2008 a oggi, mobilitando in totale 1,6 miliardi di euro e i settori in cui si sono verificate maggiormente le vendite dei buoni sono stati il commercio (20%), il turismo (16%) e i servizi (15%). Sul fronte dei canali, invece, svettano i tabaccai, dove vengono acquistati il 53% di voucher, seguiti a distanza dagli uffici postali e dai buoni cartacei acquistati agli sportelli Inps.

Da Il Sole 24 ORE del 9 Marzo 2015, pagina 19.