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politica

Sono l’8,3% della popolazione ma hanno fondato il 9,6% delle imprese attive

Rappresentano l’8,3% della popolazione, ma hanno fondato il 9,6% delle imprese attive nel Paese. Sono gli stranieri, per la politica risorse o minaccia alla tenuta democratica della nazione a seconda degli schieramenti. Guardando ai fatti, però, l’imprenditorialità di importazione è ormai una realtà consolidata in Italia. E, altro elemento di interesse, in crescita. I dati di Unioncamere-Infocamere e Movimprese parlano di 587mila aziende fondate da un immigrato attive a fine 2017, con un saldo positivo di 19mila unità tra iscrizioni e cessazioni. I principali settori di attività? Commercio e costruzioni.

E proprio di quest’ultimo aspetto si occupa la prima delle infografiche realizzate sul tema da InfoData. Una treemap che mostra il numero di aziende fondate da un immigrato per ciascun settore di attività. Dotata anche di un filtro che permette di selezionare il Paese di origine di questi imprenditori per vedere a che tipo di attività hanno deciso di dedicarsi:

 

Se si seleziona ad esempio il Marocco, si nota come la stragrande maggioranza dei 68mila imprenditori di origine marocchina si dedichi al commercio al dettaglio. Lo stesso vale per la Cina, seconda nazione rappresentata, dove però c’è più equilibrio tra negozi, confezioni e ristoranti. Mentre le aziende fondate da rumeni, terze per numerosità, lavorano soprattutto nel settore delle costruzioni.

Come detto, tra il 2016 ed il 2017 il numero complessivo delle imprese create da immigrati è cresciuto di oltre 19mila unità. Un incremento distribuito su tutto il territorio nazionale, tanto che, come mostra questa mappa, sono solo tre le province che presentano un saldo negativo:

 

 

Si tratta di Palermo (-906), Sassari (-46) e Bari (-2). Sono gli unici territori, colorati di arancione sulla mappa, in cui il numero di aziende “straniere” si è ridotto nel corso dello scorso anno. Scorrendo sul territorio di ciascuna provincia, si apre un pop-up in cui vengono indicate iscrizioni e cessazioni registrate nel 2017, oltre al saldo finale. C’è inoltre l’indicazione della percentuale di imprese guidate da un immigrato rispetto al totale di quelle attive all’interno del territorio provinciale. A guidare questa classifica è Prato: qui poco meno del 28% delle aziende è stata costituita da una persona che non è nata in Italia.

Le aziende tessili cinesi, dirà chi conosce il territorio. E in effetti ci sono alcune zone in cui si concentra la presenza di aziende fondate da persone che provengono dallo stesso Paese. Concentrandosi sulle nazioni che hanno “importato” in Italia più di diecimila imprenditori, InfoData ha costruito questa mappa:

 

Di default viene rappresentata la situazione totale. Le bandierine sulla parte alta funzionano come un filtro. Cliccando cioè su quella con la bandiera del Marocco si vede dove sono distribuite le aziende fondate da persone nate in questo Paese. Nello specifico, le aree metropolitane di Torino, Milano e Roma. Capoluogo lombardo scelto dai cinesi prima delle province di Prato e Firenze. Una curiosità prima di chiudere: la provincia preferita sia dagli imprenditori svizzeri che da quelli tedeschi trasferitisi in Italia è quella di Lecce. Con buona pace dei luoghi comuni sul Nord e sul Sud.