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tecnologia

L’Italia dei social network. Ecco perché e come li usiamo

Sappiamo che i social network sono come i calzini. Devono essere su misura e molto personali. Sappiamo che sono lo spirito del nostro tempo e molto spesso sono sopravvalutati (soprattutto quando li si usa come campione statistico rappresentativo di un Paese). Blogmeter, social media company e agenzia di ricerche di mercato, ha pubblicato un report che aggiunge un tassello al puzzle italiano. Attraverso una survey campionaria che significa intervistare 1500 italiani online è andata a capire non tanto il dato quantitativo dei social quanto le abitudini di utilizzo. Cioè, perché e come li usiamo. Ecco alcune evidenze dello studio.

“Ci sono dei social che usiamo tutti i giorni e più volte a settimana, che chiamiamo i social di cittadinanza – spiega Alberto Stracuzzi ricercatore di Blogmeter che ha curato lo studio -. Parliamo di Facebook, Instagram, Whatsapp e Youtube. E definiscono la nostra identità. In particolare, nove su dieci usano Facebook e Whatasapp in modo sistematico. E poi ci sono i social media funzionali che assolvono a un bisogno specifico. Come ad esempio LinkdIn per i temi legato al lavoro, Pinterest per i consumi e Tinder per il dating online”. La novità, sostengono, è proprio la diffusione di Tinder. Uno su dieci dichiara di essere iscritto al social per gli appuntamenti. Rispetto agli anni scorsi questo tipo di strumenti sono cresciuti moltissimo.

Esistono social per i giovani? Se andiamo a vedere lo spaccato per età, alcuni luoghi comuni trovano conferma. I giovanissimi non usano Facebook, che si conferma il social dei 25-44enni. Quelli che il ricercatore definisce i “professionalmente maturi”. Dominano invece tra i teenagers Instagram e Youtube. Motivo? Il senso è la condivisione dell’istante. “Instagram perché ha le stories  e quindi permette meglio di altri social di condividere quello che si sta facendo.  I giovani – spiega –  usano queste reti sociali per dire agli amici: “guarda cosa sto facendo adesso”. L’accento va sull’adesso, sul qui e ora”. Se vogliamo è una attività istintiva di comunicazione, diversa dalle conversazioni asincrone che sono il cuore dell’interattività in social come Facebook e Twitter.

Confermata la crisi di Twitter. Alla domanda di quali social puoi fare a meno una di questo è Twitter. Il motivo? Se escludiamo vip, artisti e giornalisti che li usano i primi due come mezzo di comunicazioni, gli altri come agenzia di stampa, il limite di Twitter è che finora non ha trovato la formula per diventare un compagno di tutti i giorni.

I mestieri sui social. Il dato più interessante della ricerca è forse un non dato. Non esistono logiche di social per professionisti o per professioni. Non c’è una separazione di mestieri alti e bassi: i social, sottolinena il ricercatore di Blogmeter,  sono un potente livellatore sociale. Nel senso che vengono usati per la condivisione del privato. Scopriamo così che i giudizi prescindono dalle categorie professionali. I social attengono alla nostra sfera privata non alla nostra collocazione sociale o professionale.

In questa Infodata abbiamo preso i dati della ricerca e li abbiamo messi in relazione alle professioni. E’ possibile selezionare la professione e vedere la frequenza di utilizzo. Per Heavy user si intende chi è iscritto ed uso quotidianamente o più volte alla settimana Light user – Uso raro o saltuario. Rejector – Mai iscritto  – Iscritto precedentemente ma cancellatoin che percentuale gli utenti  cuzzi, customer intelligence directo di Blogmeter social media company e agenzia di ricerche di mercato.

 

 

 

In questa seconda Info Data abbiamo usato i dati sull’età. Selezionando in fondo il social si ottiene la percentuale di Light User, Heavy user e Rejector. 

 

I social e gli altri media. Se da un lato Facebook si configura come il social a cui dedichiamo in assoluto la maggior parte del tempo, dall’altro canali di comunicazione più tradizionali come la televisione e i magazine continuano a mantenere una forte credibilità anche tra gli utenti del web. Infatti gli intervistati considerano come assolutamente credibili per informarsi tv e stampa, mentre al contrario ritengono poco affidabili Facebook, YouTube e i Blog. Quando però si tratta di acquistare, i canali che gli italiani digitalizzati considerano più attendibili sono i siti di acquisti online (Amazon e Ebay) e siti di recensione (TripAdvisor), e non più quindi la tv e la stampa.

L’importanza degli influencer. 

Nell’ultima parte della sua ricerca, Blogmeter ha esplorato il mondo delle celebrities e degli influencer. Se cantanti, giornalisti e scrittori sono i personaggi di cui gli intervistati dichiarano di fidarsi di più, musicisti e TV personalities risultano i più seguiti (secondo il 33% del campione). Tra le personalità più seguite, spiccano Belen, Vasco Rossi, Gianni Morandi. Tra gli sportivi, Valentino Rossi, Buffon e Del Piero.

Dall’analisi, emerge anche che il rapporto con gli influencer è però sfaccettato: se fan-base e credibilità sono aspetti non sempre correlati, età e numero di influencer seguiti sì. I giovani seguono un numero maggiore di personaggi appartenenti a categorie diverse), mentre invecchiando si diventa più selettivi. Le aziende devono quindi comprendere bene a quali target ci si rivolge nella scelta di un determinato influencer.

 

La metodologia della ricerca. Survey campionaria: 1501 casi. Campione stratificato per sesso età (15-65 anni) e area nielsen. Rilevazione CAWI (Computer Aided Web Interview) su access panel