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finanza

Tech&finance: i fondamentali di Samsung

Ora che sappiamo con certezza che il problema del Samsung Note 7 era la batteria possiamo concentrarci sull’impatto sui conti e sulle possibili conseguenze.

 

 

Lo scorso semestre i costi di quello che può essere tranquillamente definito come il più grave disastro della storia dei produttori di elettronica di consumo possono essere quantificati in circa 5,3 miliardi di dollari. Cifra “irrisoria” per i conti del  chaebol che continua a macinare profitti grazie ai semiconduttori e ai display. Ieri  Samsung ha annunciato un balzo del 50% del risultato operativo nel quarto trimestre, superando i 9 mila miliardi di won, a 9.220 miliardi (7,4 miliardi di euro). Risultati, ha spiegato il gruppo in una nota, che sono stati raggiunti grazie anche al favorevole rafforzamento del dollaro. E su cui poco o nulla (se non sui mercati finanziari) ha influito il coinvolgimento del vice presidente ed erede della famiglia fondatrice, Lee Jae-yong nello scandalo di corruzione del Paese che ha portato alla destituzione della presidente.

 

 

 

Il fatturato è stato pari a 53.300 trilioni di won (42,6 miliardi), pressoché invariato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per l’intero 2016, il risultato operativo è aumentato del 10,7% anno su anno a 29.200 miliardi di won (23.34 miliardi di euro), anche se il fatturato è aumentato solo dello 0,6% a 201.900 miliardi di won (161,4 miliardi di euro). Per il primo trimestre del 2017 il gruppo si attende risultati in calo sul quarto trimestre ed ha riferito che il capex plan 2017 non e’ completato. I conti quindi vanno bene. I dispaly e i chip servono a una industria che continua a produrre smartphone come se non ci fosse domani. Le debacle interne quando sei così grosso contano. Ma contano meno.