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cronaca

Quale Paese ha la popolazione più vecchia al mondo? E quale la più giovane? Italiani tra i più anziani su scala globale

 

Se avete dai trentuno anni in su, brutte notizie: siete più vecchi, anche se di poco, rispetto alla maggior parte della popolazione mondiale. A dirlo sono i dati forniti dalla Central Intelligence Agency statunitense (meglio conosciuta come CIA) e li ritroviamo elaborati all’interno della pubblicazione annuale The World Factbook, dove si evince che l’età mediana, prendendo in considerazione la popolazione di ogni Paese al mondo, è di 30,9 anni. Tuttavia, secondo quanto si può leggere nel report, questa soglia continua ad incrementarsi e la popolazione mondiale ad invecchiare, anche se questo non accada in modo uniforme. Infatti, la demografia su scala mondiale sembra registrare (e con un ritmo allarmante) l’avanzare dell’età mediana di alcune regioni geografiche, mentre altre rimangono notevolmente giovani.

 

Prima di entrare nel vivo dei dati dell’Agenzia, facciamo una piccola precisazione sul metodo statistico utilizzato nello studio. L’età mediana misura il punto medio della distribuzione di una popolazione. In altre parole, è l’età che divide una popolazione in due gruppi di uguale dimensione: il 50% della popolazione ha un’età inferiore o uguale a questa cifra e il restante 50% ha un’età superiore o uguale. Questo dato è diverso dalla media aritmetica, che somma tutte le età e le divide per il numero totale di persone, rendendola più influenzata dagli individui molto giovani o molto anziani. Chiarito ciò, cerchiamo di capire quale Paese ha l’età mediana più alta e quale la più bassa.

 

L’Africa si distingue come il continente di gran lunga più giovane rispetto a tutto il mondo. Ha ventuno paesi che riportano un’età mediana inferiore ai 20 anni, guidati dal Niger (dove addirittura la mediana si ferma a 15 anni), e seguiti da Uganda e Mali (entrambi poco al dì sopra dei 16 anni). È bene ricordare che complessivamente questi ventuno paesi della regione africana rappresentano 790 milioni di persone. Questa struttura demografica riflette l’elevata fertilità e il miglioramento dei tassi di sopravvivenza infantile, come anche l’aspettativa di vita decisamente inferiore rispetto a molte altre popolazioni. Un’età mediana così bassa è un segnale di quali potrebbero essere le sfide future del continente in materia di creazione di posti di lavoro e istruzione.

 

Diametralmente opposte, in termini di tendenze demografiche, troviamo l’Europa e l’Asia orientale. Queste due regioni registrano alcune delle popolazioni più anziane del pianeta. Tra i Paesi del vecchio continente maggiormente soggetti a questo fenomeno figurano Monaco (con un’età mediana pari a 57 anni), seguita proprio dall’Italia (con 48 anni) e dalla Germania (47). Nel continente asiatico, invece, è il Giappone a sottolineare il declino demografico (con 50 anni mediani), a cui si accoda Hong Kong (47) e la Corea del Sud (46). Per questi due continenti sembra cruciale la tematica dell’invecchiamento della popolazione, visto anche la contrazione della forza lavoro e l’accrescersi dell’indice di dipendenza degli anziani. Noi della redazione di Info Data ne avevamo parlato in precedenti articoli.

 


L’Italia, ad ogni modo, è in cima alle classifiche per età mediana della popolazione sia sul piano continentale, sia sul piano globale. Infatti, nel ranking stillato dall’Agenzia statunitense, la popolazione peninsulare si presenta al quinto posto rispetto ai duecentotrenta Paesi esaminati nello studio. Ci troviamo dopo l’Andorra, piccolo principato indipendente, e prima di Saint Barthelemy, un’isola caraibica, parte delle Antille francesi. Del resto, considerando il quadro che emerge dal rapporto annuale del 2025 elaborato dall’Istituto Nazionale di Statistica, l’Istat, l’Italia continua ad invecchiare, con un quarto della popolazione di 65 anni e più e oltre 4,5 milioni di individui con 80 anni e più. E questo accade mentre le nascite continuano a diminuire, con 370 mila nuovi nati nel 2024 e un tasso di fecondità sceso a 1,18 figli per donna. Dunque una popolazione residente che si dimostra in costante calo, solo parzialmente compensata da un saldo migratorio positivo. Tutto ciò ricade sull’età mediana che, come dimostrato, continua ad accrescersi nel tempo. Come tutto ciò che ne comporta.

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