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economia

Italia, i numeri e la congiuntura della nautica


I
La nautica in Italia «si è trovata in difficoltà e ha saputo rialzarsi da sola» afferma il ministro degli Affari regionali Enrico Costa, intervenuto all’apertura del 56° Salone di Genova (20-25 settembre 2016). E i dati lo dimostrano, registrando un aumento dei contratti di leasing nautico (+ 44% nei primi cinque mesi del 2016) e del fatturato del settore, salito a 2.9 miliardi di euro nel 2015 (+17.1% sul 2014). L’Italia ha guadagnato anche il primato nel mondo per l’export delle unità di diporto entrobordo.
I numeri raccontano un settore in piena salute, ma dall’interno emergono nuove necessità: semplificazioni normative per non ostacolare gli imprenditori e un alleggerimento della burocrazia. La Confindustria nautica sottolinea in particolare la lentezza della politica, che ormai da quattro anni – era il 2012 quando venne approvata la legge per l’istituzione del registro telematico delle imbarcazioni – temporeggia nel mettere in pratica nuove misure (si attende anche una legge delega sul nuovo codice della nautica).
Infine la richiesta di riconoscere il Salone di Genova come «l’unico possibile a livello nazionale», queste le parole di Perotti, ex presidente dell’associazione. L’esposizione, vetrina internazionale della nautica, registra quest’anno un netto miglioramento: il 57% degli espositori presenti l’anno scorso ha investito più  di quanto avesse fatto nel 2015.
 
 

Articolo a pagina 13 del Sole 24 Ore del 21 settembre 2016
Ultimi commenti
  • Mino |

    Condivido pienamente Fattrea, Denny e Tex . I nostri politici di nautica, sviluppo, creazione di valore e di ricchezza non sanno nulla. Molta ignoranza e incompetenza, ma anche molta retorica. I governi di sinistra sono stati completamente miopi al riguardo. Chi ha una barca è sicuramente un evasore……..

  • Mino |

    Condivido pienamente Fattrea, Denny e Tex . I nostri politici di nautica, sviluppo, creazione di valore e di ricchezza non sanno nulla. Molta ignoranza e incompetenza, ma anche molta retorica. I governi di sinistra sono stati completamente miopi al riguardo. Chi ha una barca è sicuramente un evasore……..

  • Fattrea |

    Le considerazioni di Denny sono esattissime. Solo con una portualità più diffusa e meno mafiosa, come avviene in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la nautica, non solo quella delle grandi imbarcazioni, decollerebbe veramente. E anche se è vero che “ogni barca lascia dietro di sé un scia di denaro proporzionale alla scia dell’imbarcazione” l’insieme di tante piccole/medie imbarcazioni farebbe una grandissima scia…

  • Fattrea |

    Le considerazioni di Denny sono esattissime. Solo con una portualità più diffusa e meno mafiosa, come avviene in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la nautica, non solo quella delle grandi imbarcazioni, decollerebbe veramente. E anche se è vero che “ogni barca lascia dietro di sé un scia di denaro proporzionale alla scia dell’imbarcazione” l’insieme di tante piccole/medie imbarcazioni farebbe una grandissima scia…

  • Denny |

    Sarebbe molto semplice avviare un vero rilancio del settore, lo sanno tutti i burocrati, ma non sono interessati ad una reale ripresa. Con la conformazione della nostra penisola, anziche terrorizzare le persone che hanno o decidono di avere un natante dovrebbero incentivare al massimo questa tendenza, dare seguito alla concessione di un porto per ogni località che ne fa richiesta e con licenze demaniali pari a zero. Consentire ormeggi a costi irrisori per far ormeggiare nel nostro paese tutte le barche a vela e motore che transitano nel mediterraneo, lasciando di stucco gli altri Paesi europei e non. Anziche mettere sotto accusa chi acquista un imbarcazione, consentirne la detassazione come fosse un’auto per un’azienda, ma solo per il principio di avviare realmente il settore. Oggi si naviga 10 giorni l’anno con un mare che ne consentirebbe per ben 100 volte tale cifra e non solo durante l’estate. Ogni famiglia italiana si permetterebbe un natante e questo vuol dire che anziche spendere 1000 euro per un cellulare preferirebbero fare manutenzione alle proprie attrezzature. Quando parlano di ripresa i Sig.ri burocrati fanno i conti con le soli 100 aziende che stanno in piedi a suon di prestiti bancari ma non chiedono mai come va agli artigiani piccoli della nautica…

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