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cronaca

Libia, la produzione di petrolio e i fatti degli ultimi sei anni

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In Libia convivono a oggi due schieramenti: il Gna (Governo di accordo nazionale) insediatosi a Tripoli con il sostegno dell’Onu e le milizie del generale Haftar, nella Libia orientale. L’obiettivo è comune: la guerra all’estremismo islamico; ma l’accordo tra i due possibili alleati non si trova.
Haftar, che sembra aver fatto della guerra contro lo Stato Islamico la propria ragione di vita, non vede di buon occhio il Gna; di contro le forze europee impegnate in quei territori considerano il generale libico il principale ostacolo alla transizione del Paese.
Dal maggio 2013, con il via all’operazione “Dignità”, Haftar ha conquistato una grande popolarità in Libia, ma aveva bisogno di una svolta plateale per rafforzarsi. E la svolta l’ha trovata nel petrolio. Il greggio, ricordiamo, rappresenta la principale fonte di vita per la Libia (96% delle entrate governative e 98% dell’export).
La crisi iniziata sotto Gheddafi ha trovato il suo punto di svolta con lo scoppio della guerra civile. Il crollo sembrava essersi arginato, quando dopo la caduta del regime e la fine del conflitto, le infrastrutture petrolifere erano risultate indenni. La produzione aveva ripreso a ritmi sostenuti, ritornando a 1,4 milioni di barili al giorno in meno di 18 mesi. Tuttavia, il periodo successivo si era rivelato una disastrosa caduta nel caos, alimentato da Ibrahim Jerdan, comandante dei ribelli che si era distinto nella guerra. Da quel momento la produzione era andata avanti a singhiozzo.
Pochi giorni fa (l’11 settembre 2016) le milizie di Haftar hanno fatto irruzione nei maggiori terminal petroliferi della Cirenaica, assicurando al loro generale il controllo di uno straordinario strumento di pressione. Le infrastrutture (il 50% dell’export nazionale) sono poi state consegnate alla Noc, la compagnia petrolifera di Stato. Si attende ora il ritorno alla normalità, mentre le stime prevedono una produzione di 950 mila barili al giorno entro fine anno.
Resta la necessità di fare i conti con le ambizioni del generale Haftar: divenire il capo del futuro esercito della Libia unita.

Articolo a pagina 21 del Sole 24 Ore del 21 settembre 2016