In Italia, si sente spesso parlare di formazione e innovazione. A farlo, sono aziende e recruiter che descrivono la propria attività come quella più all’avanguardia sul tema. Tuttavia, la realtà si distanzia da quanto affermato: da un’analisi di 118 medio-grandi aziende, è emerso che il livello medio di maturità eLearning del campione analizzato supera di poco la metà, attestandosi a 51 punti su 100.
La ricerca, ideata da Frog Learning e condotta in collaborazione con l’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, mostra una notevole discrepanza tra i proclami fatti dalle aziende e la realtà in materia di formazione mediata dalle tecnologie. Dal report elaborato, infatti, è stato possibile analizzare sia il livello di maturità sia le principali criticità dei sistemi di eLearning nelle aziende, fotografando lo stato della formazione digitale in Italia e offrendo spunti per possibili miglioramenti.
La survey è stata progettata utilizzando un Maturity Model, ossia uno strumento strutturato impiegato in diversi campi scientifici per valutare e misurare sistematicamente il livello di sviluppo e di efficacia di processi, sistemi e pratiche organizzative. Nel contesto dell’eLearning, questo modello si basa su una metodologia consolidata a livello scientifico e accademico (Becker et al., 2009; Gastaldi et al., 2018; Rigamonti et al., 2024), che si articola in cinque fasi principali: la revisione sistematica della letteratura accademica, la validazione attraverso incontri con esperti, la creazione di un questionario interattivo per la valutazione del livello di maturità, e un test pilota condotto con due aziende.
Nello specifico, l’eLearning Maturity Model valuta sei aree di maturità (tecnologica, digitale, pedagogica, supporto, organizzativa e accessibilità) attraverso cinque livelli distinti, che permettono di esaminare la solidità, l’integrazione e l’efficacia dei sistemi di eLearning in uso nelle aziende.
Dal campione analizzato, emerge che solamente l’1% delle aziende ha fatto della formazione digitale un asset strategico: questo dato evidenzia come le aziende fatichino a integrarla in modo pienamente funzionale ed efficace, nonostante la totalità ne riconosca l’importanza. Non stupisce, quindi, che su 118 aziende intervistate, solamente 7 siano state classificate come avanzate dal punto di vista della formazione digitale. Questo evidenzia un divario significativo tra le intenzioni dichiarate e la maturità effettiva dei sistemi di eLearning; la limitata diffusione di soluzioni tecnologiche avanzate e la scarsa integrazione con i sistemi aziendali sono fattori determinanti, suggerendo la necessità di investimenti maggiori per raggiungere livelli di maturità più elevati.
L’intelligenza artificiale è, a oggi, un tema di grande attualità. Tuttavia, dall’eLearning Maturity Report si evince come l’utilizzo dell’IA da parte delle aziende italiane sia ancora limitato all’interno dei piani formativi (36%). La maggior parte, infatti, utilizza soluzioni facilmente reperibili sul mercato, come AI Generativa per la creazione di testi o altre risorse multimediali (69%) e Chatbot per supportare i discenti nei percorsi formativi (48%). Mentre meno di un’azienda su cinque (17%), la implementa per fornire in modo rapido feedback sulle modalità per migliorare l’apprendimento (coaching system).
Sulla base delle evidenze emerse, l’Intelligenza Artificiale può diventare un abilitatore di nuovi sistemi di eLearning più evoluti? Secondo Martina Mauri, direttrice dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, sì, e lo farà “non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche in tutte le altre dimensioni: dall’analisi dei dati all’accessibilità. In Italia, però, il suo potenziale è ancora in gran parte da esplorare.”
Un’altra dimensione che presenta dati preoccupanti è quella dell’accessibilità. Infatti, più della metà delle aziende non garantisce contenuti e piattaforme accessibili a chiunque, oltre a non rispettare completamente gli standard minimi fissati dalle nuove Direttive dell’Unione Europea in materia di accessibilità digitale.
Non prestare adeguata attenzione ai livelli di accessibilità e inclusività dei sistemi di eLearning significa escludere una percentuale significativa della forza lavoro, sia persone con specifiche disabilità, sia coloro che possono contare su una bassa alfabetizzazione digitale. Dal campione analizzato emerge che meno di un’organizzazione su cinque può essere definita virtuosa, offrendo contenuti e piattaforme facilmente accessibili da chiunque.
Un altro dei principali ostacoli che molte delle aziende italiane devono affrontare per la trasformazione della loro formazione digitale riguarda la vecchia infrastruttura tecnologica. Infatti, un’azienda su due segnala difficoltà sia nella valutazione che nella progettazione dei percorsi formativi, causando impatti negativi sulla misurazione dei risultati sia a livello aziendale che individuale. Questo scenario trova una spiegazione nella difficoltà da parte delle aziende di integrare tecnologie formative più moderne e innovative con le infrastrutture esistenti, non sempre compatibili o sufficientemente flessibili.
“I dati ci dicono che l’Italia ha compiuto passi importanti nella digitalizzazione della formazione, ma è ancora lontana da una vera maturità.” commenta Gabriele Catellani, CEO di Frog Learning, “La sfida è passare da un approccio tattico, centrato sulla compliance e sull’efficienza, a un modello realmente strategico, in cui l’eLearning diventi leva di crescita, innovazione e inclusione”.
In generale l’eLearning Maturity Report, di Frog Learning e dell’Osservatorio HR Innovation Practice, evidenzia come la formazione digitale non sia più un’opzione accessoria, ma una necessità strategica fondamentale per il successo e la competitività delle aziende. La maturità di un sistema eLearning, infatti, riguarda diversi aspetti e solo le aziende che avranno la forza di superare la logica del semplice adempimento normativo e riconosceranno il vero potenziale della formazione digitale nella sua capacità di valorizzare i dipendenti, potranno affrontare le sfide future con una solida base di competenze e di adattabilità.
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