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scienze

Come si misura il ghosting?

Guida di classificazione visiva in cui abbiamo riassunto i vari elementi chiave del ghosting attraverso percorsi decisionali

Si chiama ghosting ed è la forma più silenziosa di esclusione sociale. Un team di psicologi della Bicocca – Alessia Telari, Luca Pancani e Paolo Riva – insieme alla ricercatrice fiamminga Janneke Schokkenbroek, ha provato a metterci ordine. Non con i ricordi, ma con i dati.

Nel loro esperimento, pubblicato su Computers in Human Behavior, i ricercatori hanno chiesto a un gruppo di volontari di parlare ogni giorno in chat con un partner. A metà dell’esperimento alcuni sono stati lasciati nel vuoto digitale: messaggi senza risposta, come una conversazione che svanisce nel buio. Altri, invece, hanno ricevuto un “no” esplicito o hanno continuato a dialogare. Ogni giorno tutti compilavano un questionario sulle emozioni provate.  A metà dell’esperimento, alcuni partecipanti sono stati improvvisamente ignorati (simulando un episodio di ghosting), mentre altri hanno ricevuto un rifiuto esplicito o hanno continuato a dialogare normalmente

Il risultato è un grafico che somiglia a un battito cardiaco: il rifiuto diretto genera un picco di dolore acuto, ma breve. Il ghosting invece è una linea lunga e piatta, un’agonia lenta. Il cervello resta in attesa, in un limbo di notifiche che non arrivano mai.  I risultati dell’esperimento mostrano quindi che l’interruzione di una relazione è dolorosa, a prescindere dalla modalità tramite cui avviene.  Ma con il ghosting peggiora.

La Bicocca è da tempo un laboratorio sul dolore sociale. Riva e colleghi studiano l’“ostracismo digitale”, il moderno equivalente della cacciata dalla polis. Nel nuovo studio, il ghosting viene definito come una forma di esclusione unilaterale e definitiva, resa più facile dalle tecnologie. Non è solo sparire: è cessare ogni comunicazione significativa, senza spiegazioni, per chiudere una relazione che aveva valore.

La tecnologia, spiegano gli autori, ha accelerato il tempo della scomparsa. Nel XIX secolo Oscar Wilde scriveva lettere dal carcere a un amante che non rispondeva: due anni di silenzio epistolare. Oggi bastano due minuti di “visualizzato” per sentirsi cancellati.

Nel mondo dei social e delle app di dating, dove l’assenza si misura in secondi, l’atto di scomparire diventa semplice quanto premere “blocca”. Ma le conseguenze sono misurabili: incertezza, confusione, dolore prolungato. Detto altrimenti, interrompere bruscamente una relazione amorosa, amicale o professionale sparendo come un fantasma può fare più male di un rifiuto esplicito

Per approfondire. 

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