A-23A, staccatosi dalla piattaforma Filchner-Ronne nel mare di Weddell nel 1986, era diventato il simbolo della longevità glaciale. All’epoca misurava circa 4.000 km². Dopo essere rimasto per 34 anni incagliato vicino all’Antartide, nel 2020 aveva ripreso la deriva verso nord.
Negli ultimi mesi l’iceberg ha perso circa l’80% della sua massa, riducendosi a 1.700 km². Ogni blocco che si stacca misura in media 400 km², l’equivalente della superficie di Roma e Milano sommate. Intrappolato nella corrente che gira attorno all’isola della Georgia del Sud, continuerà a frantumarsi.
Secondo il British Antarctic Survey, finirà probabilmente per allontanarsi verso nord-est prima di dissolversi del tutto.
Dal 1978, anno in cui si è iniziato a catalogare gli iceberg, solo altri 7 hanno superato le dimensioni di A-23A. Per decenni ha mantenuto il primato, cedendolo solo temporaneamente. Oggi però è stato superato da D-15A, iceberg che galleggia vicino alla stazione australiana Davis, con una superficie di circa 3.000 km².
Per approfondire.
La mappa degli iceberg dal 2014 a oggi
Chi è l’”orso” in cima all’iceberg delle piattaforme digitali?