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finanza

I dati che “smontano” il mito scandinavo

Percentuale di famiglie a rischio di povertà – Tutte le famiglie e quelle con bambini di età compresa tra 0 e 17 anni (Institute of Health Equity 2024)

La Norvegia è un paese che rappresenta anche come luogo comune un modello di prosperità, con uno degli standard di vita più alti al mondo, una forte economia e un sistema di welfare che garantisce una protezione sociale avanzata. In realtà andando ad analizzare bene la situazione, dietro a questa facciata di benessere e uguaglianza si cela una realtà più complessa. Ha sviscerato i dati un recente lavoro pubblicato su The Lancet Public Health, una delle riviste mediche più quotate al mondo. Nonostante il paese goda di una ricchezza diffusa e di una generosità internazionale ineguagliata, le disuguaglianze interne stanno aumentando a un ritmo preoccupante. La crescente povertà e le disparità economiche, in particolare tra i gruppi più vulnerabili della società, mettono in discussione il modello norvegese di uguaglianza e prosperità. La concentrazione di ricchezza nelle mani del 10% più ricco, e in particolare del top 0,1%, mentre il 50% più povero non ha visto significativi miglioramenti.

Stando alle recenti stime di UNICEF, oltre 69 milioni di bambini vivono in povertà nei paesi più ricchi del mondo. Questo scenario mette in evidenza dunque la crescente disuguaglianza economica che sta interessando il Paese e solleva una domanda fondamentale: come è possibile che un Paese così ricco non riesca a garantire equità per tutti i suoi cittadini?

Il crescente divario socioeconomico

Negli ultimi dieci anni, la Norvegia ha visto un aumento significativo della povertà, con il numero di persone che vivono in famiglie a basso reddito salito dal 8,1% al 10,1%. Sebbene la nazione rimanga una delle più ricche al mondo, queste disuguaglianze sono particolarmente evidenti in determinati gruppi della popolazione, come gli immigrati. Nel 2022, infatti, più del 30% degli individui nati fuori dalla Norvegia e dall’Unione Europea erano a rischio di povertà o esclusione sociale, mentre la cifra scendeva a poco meno del 15% tra le persone nate in Norvegia. I dati mostrano un preoccupante aumento delle disuguaglianze economiche, accentuato dalle politiche fiscali favorevoli ai più ricchi fin dagli inizi degli anni 2000. L’impennata dei prezzi delle abitazioni ha costretto i giovani adulti a fare affidamento sull’assistenza finanziaria dei genitori per l’acquisto della propria casa, creando un ciclo di svantaggio socioeconomico intergenerazionale.

Anche in Norvegia cresce la povertà infantile

Un altro aspetto preoccupante è l’aumento della povertà infantile. Tra il periodo 2012-14 e il 2019-21, la povertà infantile è aumentata del 10,1%. La povertà durante l’infanzia ha effetti devastanti, influenzando negativamente la salute fisica e mentale dei bambini e compromettendo le loro opportunità future, sia sul piano sociale che economico.
Un’altra ricerca pubblicata anch’essa a febbraio 2025 mostra che la povertà infantile è un fenomeno che perpetua le disuguaglianze generazione dopo generazione, creando un ciclo di povertà che è difficile da spezzare senza interventi diretti e mirati.
Molti politici guardano ai Paesi nordici come modelli di riferimento nella lotta contro la povertà, grazie ai loro generosi programmi di welfare universale e agli alti standard di vita. Tuttavia, anche i Paesi nordici non sono immuni da questo problema: circa 1 bambino su 10 in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Islanda vive in povertà, con la Svezia che ha il tasso più alto, pari al 18%. Inoltre, la Norvegia si trova al 35° posto su 39 Paesi dell’OECD e dell’Unione Europea per gli sforzi nel ridurre la povertà infantile tra il 2012 e il 2021.
UNICEF stessa ha criticato il governo norvegese per non aver adottato misure adeguate a sostegno dei bambini e delle famiglie in difficoltà. Secondo le statistiche ufficiali, il 10,6% dei bambini norvegesi (circa 102.600 bambini) vive in famiglie con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano dal 2020 al 2022. Sebbene si tratti di una lieve diminuzione rispetto al periodo 2019-2021 (11,3%), questo dato è ben al di sopra del 3,3% registrato tra il 1999 e il 2001.

Le disuguaglianze e la salute: una relazione preoccupante

Secondo quanto emerge da un rapporto pubblicato nel 2024 dal prestigioso Institute of Health Equity britannico negli ultimi dieci anni le disuguaglianze di reddito sono correlate a problemi di accesso ai servizi sanitari, a un’alimentazione inadeguata ossia disequilibrata in termini di nutrienti essenziali e di sostanze nocive, e solitudine sociale, fattori che contribuiscono ad amplificare le disuguaglianze nella salute, in un circolo vizioso.
Significa che se nemmeno in Norvegia funziona tutto perfettamente, allora bisogna gettare la spugna rispetto alla riduzione delle disuguaglianze? È il modello in sé che non funziona o è solo in disequilibrio? In primo luogo, scrivono i ricercatori, la redistribuzione del reddito deve essere rafforzata attraverso una tassazione progressiva e il miglioramento dei trasferimenti sociali, come i benefici in denaro, le pensioni e i sussidi per i servizi essenziali. Inoltre, è cruciale investire nell’accesso a un’abitazione a prezzi accessibili, promuovendo la regolamentazione dei mercati immobiliari per evitare l’esclusione delle persone con redditi bassi dal mercato della casa.
Un altro aspetto fondamentale, scrivono gli autori, è la creazione di opportunità di lavoro per le persone con bassi livelli di istruzione, attraverso programmi di riqualificazione professionale e politiche che favoriscano la creazione di posti di lavoro. L’accesso universale all’educazione, in particolare all’educazione prescolare, è un passo fondamentale per garantire a tutti i bambini le stesse opportunità di successo nella vita. Le politiche che assicurano l’accesso a pasti scolastici gratuiti e a cibi sani sono anche una misura importante per alleviare gli effetti della povertà sulla salute dei bambini. Inoltre, è fondamentale attuare un sistema di monitoraggio e valutazione delle politiche adottate, in modo da garantire che le misure messe in campo siano efficaci nel ridurre le disuguaglianze.

Per approfondire. 

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