Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
finanza

La multa ad Apple della Commissione europea, il record di Google e il senso delle sanzioni al Big Tech

La Commissione europea ha multato Apple per 1,8 miliardi di euro (1,95 miliardi di dollari) per violazioni alle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale. Secondo quanto emerso nell’indagine, Apple avrebbe impedito agli sviluppatori di app di streaming musicale di poter informare gli utenti con iPhone e iPad sui servizi di streaming musicale alternativi e più economici. L’indagine è partita su reclamo di Spotify. L’importo è nettamente più alto delle indiscrezioni di stampa che parlavano di una multa di 500 milioni.

L’autorità di vigilanza sulla concorrenza dell’UE ha rilevato che “Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare pienamente gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app e di fornire istruzioni su come abbonarsi a tali offerte“, che ritiene illegali ai sensi delle norme antitrust dell’Ue.

Come ricordato dal Sole 24 Ore online siamo allo showdown del contenzioso con Spotify, notizia che era attesa almeno da dicembre.

Per avere un quadro più chiaro di come e quanto l’Europa abbia sanzionato il Big Tech abbiamo preso la classifica stilata da Statista.

 

La multa a Apple, che ammonta a circa lo 0,5% delle entrate annuali di Apple, è la terza più grande sanzione antitrust inflitta a una società tecnologica statunitense dalla Commissione europea, che in precedenza aveva multato Google per 4,3 e 2,4 miliardi di euro rispettivamente nel 2018 e nel 2017 per violazioni antitrust relative alla promozione sleale del suo motore di ricerca su Android e alla concessione di un vantaggio sleale al proprio servizio di shopping su Google Search.

 

Ad ogni modo la multa ad Apple arriva poco prima dell’entrata in vigore del Digital Markets Act, che ha identificato Apple come uno dei sei gatekeeper nei mercati digitali, costringendo Apple a rispettare comunque le nuove regole. “Ciò che è chiaro è che questa decisione non è fondata sul diritto della concorrenza esistente. È uno sforzo da parte della Commissione per far rispettare il DMA prima che diventi legge“, ha detto Apple nella dichiarazione, che si conclude con l’annuncio da parte della società dei suoi piani per appellarsi alla decisione. Vuole dire che Apple non ci sta. E andrà avanti. La lista di multe miliardarie comminate al Big Tech fino ad oggi non sono risultate un deterrente adeguato. Alcuni sostengono che l’importo sia troppo basso rispetto naturalmente ai bilanci delle grandi piattaforme tecnologiche. Altro aspetto è la burocrazia che rende complesso riscuotere queste cifre. Ad ogni secondo l’inchiesta di Afp sono poche le Big Tech che hanno pagato senza fare ricorso. Lo strumento dell’ammenda quindi è alquanto spuntato. Ma ad oggi è l’unico nelle mani delle Authority internazionali. 

Nel frattempo, Spotify ha inviato all’App Store un aggiornamento dell’app Spotify che introduce indicazioni chiare sui prezzi degli abbonamenti Premium e link per sottoscriverli. Le regole che lo vietano sono quelle che hanno portato alla multa da record comminata ad Apple

Per approfondire. 

Scatta il Digital Markets Act europeo: ecco come cambiano Apple, Meta, Google e gli altri

Da Amazon a Google: come cambieranno i servizi internet con le nuove norme europee?

Cultura del dato, informazione digitale e scienza nell’era dell’intelligenza artificiale generativa