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Pnrr, ecco i divari regionali nell’accesso ai dati dei finanziamenti spiegati bene

Sono quindici le regioni che attualmente hanno un sito dedicato all’attuazione del Pnrr. Le altre cinque (Molise, Basilicata, Umbria, Puglia e Sicilia) si limitano a pubblicare comunicazioni sporadiche sul tema. Eppure, benché siano prive di indicazioni facilmente reperibili sugli scopi, le regioni del Mezzogiorno sono destinatarie di un ammontare complessivo di fondi pari a 22,6 miliardi di euro (di cui 11,2 per la Puglia e 12,4 per la Sicilia). Questo è quanto rivelano le elaborazioni dei dati svolte da Openpolis, riguardanti il monitoraggio sulla trasparenza nei progetti relativi al Pnrr. Faccenda, quella della disponibilità dei dati, che è stata un nodo cruciale solo da poco sciolto. Noi di Info Data avevamo già trattato l’argomento.

 

Secondo l’analisi della fondazione, dai siti regionali dedicati al Pnrr emergono due principali considerazioni. La prima è che, come il governo, neanche la maggioranza delle regioni condivide informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti. Infatti, sono solo tre le regioni che ne divulgano apertamente i dati. Parliamo della Toscana, della Liguria e della Valle d’Aosta. Questo, secondo Openpolis, può significare che la maggior parte delle regioni non ha avviato un proprio monitoraggio dei progetti, o che comunque non ne condivide i risultati pubblicamente. Si diffondono dati statici, che non forniscono informazioni in merito all’andamento dei lavori e della spesa. La fondazione, inoltre, sostiene che se non c’è un monitoraggio è probabile che il motivo sia legato alla mancanza non solo di volontà, ma di risorse, strumenti e competenze adeguate a metterlo in atto. Un’evidenza che, come è emerso dalla loro ricognizione, incide maggiormente nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord, replicando quel divario storico trasversale che impatta anche in termini di accesso all’informazione.

 

Ma l’amministrazione pubblica fa qualche sforzo in tal senso? Sì, attraverso Regis, e cioè il sistema informativo su cui gli enti beneficiari del Pnrr caricano i dati riguardo i progetti di cui si occupano. Operativa dall’autunno del 2022, Regis è accessibile solo agli addetti ai lavori. Spetta infatti all’esecutivo rendere pubblici e accessibili dei dati complessivi.

 

Ma cosa ci dicono i dati di Openpolis? Una delle prime evidenze riguarda i diversi siti che forniscono perlopiù informazioni sulla pubblicazione di bandi Pnrr (condivisi da 12 regioni). Per i relativi progetti selezionati e le risorse assegnate sono solo in 9 le regioni che ne pubblicano le specifiche. Inoltre, si trovano visualizzazioni grafiche per i cittadini e mappe per navigare i dati sui progetti solo in rare occasioni. Mentre sono 6 gli enti che rendono disponibili gli open data, scaricabili e riutilizzabili da chiunque volesse rendersi edotto o divulgare a sua volta quanto promosso dal pubblico. È interessante poi notare che molte piattaforme riguardano solo gli interventi di cui la regione è soggetto attuatore. Infine, solo 8 condividono dati relativi a tutti i progetti che hanno luogo sul territorio regionale.

Qual è la regione che più di tutte condivide quanto fatto con i finanziamenti del Pnrr? È la Toscana. Infatti, la regione che fu la culla del rinascimento, oggi rende disponibili sul suo sito dedicato i bandi finanziabili, i progetti in essere, come anche le risorse spese e il loro stato di avanzamento, il tutto con la possibilità di scaricare i dati o usufruirne con grafici navigabili sul sito da tutti i cittadini.