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cronaca

Il 2023 è l’anno più caldo mai registrato. I dati e i grafici di Copernicus

In attesa di altre rilevazioni per ora c’è la conferma ufficiale di Copernicus. Il 2023 è l’anno più caldo mai registrato dal 1850, anno in cui sono iniziate le rilevazioni. Battuto anche il 2016.

Aumento della temperatura globale dell’aria superficiale rispetto alla media del periodo 1850-1900, il periodo di riferimento preindustriale designato, sulla base di diversi set di dati sulla temperatura globale mostrati come medie quinquennali dal 1850 (a sinistra) e come medie annuali dal 1967 (a destra). Credito: C3S/ECMWF.

La temperatura media globale, infatti, è stata di 14.98 gradi centigradi, 0.17 gradi in più rispetto al precedente record. Secondo l’ultimo rapporto del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S), implementato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea (con il finanziamento dell’Ue), quest’anno c’è stato anche il mese più caldo mai registrato, anzi due, luglio e agosto, e le medie giornaliere della temperatura globale hanno brevemente superato i livelli pre-industriali di oltre 2 gradi.

 

Anomalia della temperatura dell’aria superficiale per il 2023 rispetto alla media del periodo di riferimento 1991-2020. Fonte dati: ERA5. Credito: C3S/ECMWF.

È probabile che un periodo di 12 mesi che termina a gennaio o febbraio 2024 superi di 1.5 gradi il livello pre-industriale. Ogni mese, da giugno a dicembre, è stato più caldo del corrispondente mese del 2022. Il dicembre appena trascorso è stato il più caldo mai registrato a livello globale. Inoltre, le temperature medie globali della superficie del mare sono rimaste persistentemente e insolitamente alte, raggiungendo livelli record per il periodo che va da aprile a dicembre; il ghiaccio marino antartico in 8 mesi ha raggiunto estensioni minime da record e in tutto il mondo si sono stati registrati numerosi eventi estremi, come ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi. Il rapporto “Global Climate Highlights 2023”, indaga anche i principali fattori che hanno determinato i record climatici: tra questi, le concentrazioni di gas serra, il fenomeno El Nino e altre variazioni naturali. “I dati forniscono un’ulteriore prova del crescente impatto dei cambiamenti climatici – ha commentato Mauro Facchini, capo dell’Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea – l’Unione Europea ha concordato una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, mancano solo sei anni. La sfida è chiara”.

Aumento giornaliero della temperatura globale dell’aria superficiale rispetto alla media del periodo 1850-1900, il periodo di riferimento preindustriale designato, per il 2023. Il grafico evidenzia aumenti di temperatura entro tre intervalli: 1–1,5°C (arancione), 1,5–2°C ( rosso) e superiore a 2°C (cremisi). Fonte: ERA5. Credito: C3S/ECMWF

 

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