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Un italiano su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso

Lo dice il Rapporto 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia di Caritas. Dopo quasi trent’anni dalla prima uscita del Rapporto, il fenomeno della povertà può dirsi completamente stravolto nei numeri e nei profili sociali. Si contano oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione: un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso. La povertà in Italia, si legge nel report, può dirsi ormai strutturale. Se si pensa che solo quindici anni fa il fenomeno riguardava appena il 3% dei residenti si comprende quanto siano state compromettenti per l’Italia le gravi crisi globali attraversate a partire dal 2008, dal crollo di Lehman Brothers, alle crisi del debito sovrano, fino alla pandemia da Covid-19, a cui si aggiungono ora gli effetti del conflitto in Ucraina che stanno impattando pesantemente sulla crescita economica, sull’indice dei prezzi al consumo e sulle politiche monetarie. Ecco cinque numeri scelti dalla redazione di Info Data

13,4%

Minorenni in condizione di povertà. L’incidenza della povertà sui minori in Italia è molto maggiore di quella sulla media della popolazione: il 13,4% a fronte di una media nazionale del 9,7% e del 6,3% per gli over 65, con un peggioramento di oltre 10 punti rispetto al 2005, quando la povertà assoluta pesava sui minori per il 3,9%. Il fenomeno colpisce in modo particolarmente grave le famiglie di soli stranieri, dove la povertà riguarda il 36,1% dei nuclei con minori (a fronte del 7,8% tra le famiglie solo italiane).

47%

Lavoro e istruzione. L’istruzione continua ad essere tra i fattori che più tutelano rispetto al rischio di indigenza (oggi più del passato), mentre il lavoro non è più causa sufficiente di benessere: il 47% dei nuclei in povertà assoluta risulta avere il capofamiglia occupato.

+357mila

Salgono i  poveri assoluti. Da 5 milioni 316mila a 5 milioni 673mila (+ 357mila unità). L’incidenza è passata dal 9,1% al 9,7%. Se si considerano i nuclei, si contano 2 milioni 187mila famiglie in povertà assoluta, a fronte dei 2 milioni 22mila famiglie del 2021 (+165mila nuclei), concentrati soprattutto nel Mezzogiorno.

90,7%

Chi sono i genitori fragili? l gruppo comprende in particolare genitori di età compresa tra i 35 e i 60 anni, per lo più di genere femminile. Il 60% di loro è coniugato. Quasi sempre hanno figli minori conviventi (90,7%). Vivono con i propri familiari o in convivenze di fatto, ma in nuclei mediamente più numerosi rispetto agli altri gruppi. Quasi il 60% di loro vive in affitto.

30%

Italiani e stranieri. La povertà assoluta si mantiene infatti al di sotto della media per le famiglie di soli italiani (6,4%), mentre si attesta su livelli molto elevati tra i nuclei con soli componenti stranieri (33,2%). Tra gli stranieri con figli minori il dato balza al 36,1% (a fronte del 7,8% delle famiglie di soli italiani). Gli stranieri, pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione residente, costituiscono il 30% dei poveri assoluti.

65,4%

Le famiglie povere. Si tratta di donne (65,4%) adulte, per lo più coniugate (i due terzi) e con figli (82,7%), spesso minori. Hanno tra i 35 e i 60 anni d’età. L’incidenza di stranieri nel gruppo è leggermente superiore alla media (61,9% a fronte del 58,4%). Vivono con i propri familiari o in convivenze di fatto, in nuclei di 2-4 persone

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