Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
sport

Le statistiche dei playoff Nba, i migliori cestiti e il caso di “The Joker”. In un grafico – Parte 3

A proposito di Nikola Jokić che ha appena vinto il titolo Nba con i Denver Nuggets. Dicevamo inizialmente delle istantanee che caratterizzano la sua stranezza e quindi possiamo proseguire su questa falsa riga perché è oggettivamente assurdo pensare di trovare un giocatore di oltre 2,10m (e 129 Kg) che pur muovendosi in maniera tutt’altro che veloce ed aggraziata riesce a dominare una patita anche solo coinvolgendo i propri compagni di squadra con passaggi illuminanti (8 assist nel primo quarto di gara 1 con un unico tiro preso a pochi secondi dalla prima frazione) che finiscono per accumularsi nelle statistiche come se stessimo parlando di un giocatore di un metro e novanta.

Schierato come centro, ma di fatto playmaker neanche troppo mascherato, “The Joker” ha prodotto numeri senza senso durante tutta la corsa verso il titolo, mettendo a referto dieci triple doppie (almeno dieci punti, dieci assist ed altrettanti rimbalzi nella stessa partita) e terminando i playoff con una tripla doppia di media praticamente sfiorata come dimostrano i 30 punti, i 13,5 rimbalzi ed i 9,5 assist nell’arco di venti incontri.

Nei grafici che seguono sono stati rappresentati i giocatori NBA che hanno partecipato ai playoff riportando le loro performance per punti, rimbalzi ed assist.
In particolare, il grafico a dispersione presenta la distribuzione dei valori medi per rimbalzi sull’asse delle X, assist su quello delle Y ed i punti nella dimensione dei cerchi.
La tabella invece indica il rank di ciascun giocatore nelle tre voci statistiche (punti in rosso, rimbalzi in viola, assist in blu) con una quarta colonna riassuntiva che riporta il valore medio dei tre rank precedenti.

 

Dando un’occhiata alle singole graduatorie si può notare come Jokic eccella in ognuna delle tre categorie risultando il quinto miglior realizzatore ed il secondo miglior cestista sia per rimbalzi ma soprattutto per assist, finendo alle spalle del solo Trae Young in quest’ultima voce statistica, il quale – per la cronaca – è alto 1,85m e pesa 74 Kg.

Un giocatore unico, come anticipavamo in apertura, mai protagonista (se non nei fatti), che pensa prima agli altri anche quando questi sono avversari; per capirci, che sulla sirena di gara 5, senza neanche lasciarsi andare a gesti plateali di festeggiamento, la prima cosa che ha fatto è stato andare a fare i complimenti a tutti i componenti dei Miami Heat.

Le statistiche sembrano quelle di uno di quei personaggi da videogioco creati per dominare come se si trattasse dell’atleta perfetto sotto ogni punto di vista, in primis quello fisico.

La realtà invece ci ha regalato una versione diversa per questo – ora sì – campione: un ragazzone semplice, che probabilmente ha frantumato ogni record pure in fatto di modestia, nonostante avrebbe tutto il diritto di potersi vantare per quanto è stato in grado di ottenere.

Probabilmente la magnum di champagne potrebbe essere veramente usata per festeggiare nel caso in cui i suoi cavalli dovessero vincere la gara che li attende domenica… altro che titolo NBA!

Per approfondire

La stagione Nba ai raggi X. Ecco cosa dicono i numeri – Parte 2

The Last Dance, la fine dei Chicago Bulls e i dati. Riparte l’Nba

Nba, chi è Nikola Jokic la stella serba dei Danver Nuggets? – Parte 1