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La matematica della ricchezza, la disuguaglianza inevitabile e l’econofisica

La disuguaglianza è inevitabile? O per dirla in prosa, la ricchezza tenderà ineluttabilmente a concentrarsi nelle mani di pochi. Se diamo retta agli ultimi dati di Oxfam sembrerebbe così. E non è colpa della pandemia che invece ha solo accelerato un processo di lungo periodo. Le statistiche di quasi tutte le nazioni che misurano la ricchezza nelle loro indagini sulle famiglie indicano che sta diventando sempre più concentrata Secondo la Banca Mondiale, stiamo probabilmente assistendo al più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra.  Il che rende d’attualità un dibattito in realtà nato vecchio, quello sull’origine della disuguaglianza. Esistono numerosi indicatori che possono servire all’uopo. Il più celebre è il coefficiente di Gini, introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini, è una misura della diseguaglianza di una distribuzione. Ma c’è anche l’indice di elasticità intergenerazionale (Ige) che misura la mobilità reddituale dei figli, rispetto ai genitori, e quindi fornisce indicazioni sull’andamento dell’ascensore sociale.

Uno dei modelli più limitati ma più divertenti per studiare l’inevitabilità della disuguaglianza lo dobbiamo a un fisico. Nel 2002 Anirban Chakraborti, poi al Saha Institute of Nuclear Physics di Calcutta, in India, introdusse quello che divenne noto come il modello Yard-sale, chiamato così perché ha alcune caratteristiche di vere e proprie transazioni economiche uno contro uno.  Si tratta di una simulazione che intende dimostrare come la concentrazione della ricchezza possa condurre a una oligarchia. Per farlo viene presa in esame una versione semplificata di libero mercato dove due agenti sono chiamati a scambiarsi un bene. Se una parte strapaga la merce o l’altra accetta meno del valore, la frazione di ricchezza perduta viene trasferita fra loro e nel lungo periodo, con le successive transazioni, si sposta sistematicamente dal povero al ricco formandosi un’oligarchia.

Alvin Chang, per The Pudding in questo visual ha descritto il modello Yard-sale, che mostra come una tale inclinazione nella distribuzione si verifichi inevitabilmente anche quando le possibilità di un individuo sembrano giuste .

Come funziona?

Per capire come ciò avvenga, supponiamo di essere in una stanza insieme ad altre 100 persone. E di essere invitati a giocare a testa o croce.  Si parte da 100 dollari. Su un tavolo viene lanciata una moneta non truccata. Se la moneta esce testa, vinci e riceverai  il 20 percento di quello che hai sul tavolo, risultando in $ 120 sul tavolo. Se la moneta esce croce, perdi e resterai con 800 dollari. Al primo giro perdi e il tuo avversario vince. Se continuate a giocare con la stessa percentuale, tu potrai scommettere il 20% di quello che hai che è 160 dollari. Il tuo avversario che è più ricco (1200 dollari) metterà sul piatto 240 dollari. Anche se a questo giro dovessi vincere tu, resteresti a quota 960 dollari e il tuo avversario a 1040 dollari.

Dopo cento round  o giocate ecco come andrebbe a finire.

Conclusione? Se tutti vincessero metà dei loro giochi, tutti dovrebbero finire approssimativamente dove hanno iniziato, circa $ 1.000. In realtà non è così.

Ma cosa accade quando sei nella posizione del giocatore più povero.

Secondo la simulazione quando perdi , l’importo massimo che puoi scommettere diminuisce. Quindi non puoi riconquistare ciò che hai perso in un lancio di moneta. Quando vinci l’importo massimo che puoi scommettere aumenta. Quindi potresti potenzialmente perdere più di quanto hai vinto nella prima partita. Se giochi abbastanza round, entrambi i giocatori vinceranno circa la metà delle partite. Ma il giocatore più povero perderà la maggior parte dei suoi soldi. Detto altrimenti, in questa simulazione, se l’economia è diseguale all’inizio, la ricchezza dell’agente più povero probabilmente diminuirà più velocemente

Premessa che poi è il finale.

Questo “giochino” non nega l’esistenza di un ascensore sociale e neppure la possibilità che un povero diventi ricco in una società dove si possono liberamente scambiare i beni. E’ una premessa che serve solo per mettere le mani avanti. Le simulazioni di questi studi di econofisica hanno sollevato critiche. In questo modello non c’è valuta, ma ci sono molti scambi tra coppie di persone. E si può scommettere sempre la stessa cifra. Tuttavia, sono interessanti per provare a spiegare l’accumulo di capitali in mano a pochi.