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economia

Cosa misura il Global Retirement Index?

La riunione del Consiglio dei Ministri della scorsa settimana si è conclusa con l’approvazione della legge di Bilancio per il 2023, il cui ammontare complessivo per le misure in essa contenute è pari a trentacinque miliardi di euro.

Tra i vari punti trattati, oltre a quelli pensati per combattere il caro energia, ce n’è uno in particolare che riguarda il fronte delle pensioni, andando ad introdurre un nuovo schema di anticipo pensionistico per l’anno prossimo.

Non si tratta di una riforma vera e propria, ma è stato presentato il concetto di “Quota 103” che prende il nome dalla somma fra i due requisiti numerici che consentiranno a chi li rispetterà di accedere alla pensione in anticipo: 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi versati.

Stando ai numeri forniti dall’Inps, questa nuova finestra potrebbe interessare oltre quarantotto mila lavoratori che potranno fare richiesta di pre-pensionamento (mentre per chi deciderà di restare al lavoro è prevista una decontribuzione del 10%), consapevoli che l‘importo dell’assegno non potrà superare i 2635 euro lordi (mensili) anche nel caso in cui si avesse diritto ad una pensione superiore che verrebbe invece percepita interamente al raggiungimento dei 67 anni di età.

A prescindere da questa novità, il traguardo della pensione è – giustamente – una tappa che rimane fondamentale dopo una vita di lavoro ed è sempre più attuale valutare se ci siano contesti abitativi ideali per trascorrere questo periodo, specialmente facendo confronti con altre realtà nel mondo.

I fattori che possono rendere ottimale un paese rispetto ad un altro sono appunto l’oggetto del Global Retirement Index – nato nel 2012 e giunto quindi alla sua undicesima edizione – pubblicato da Natixis e che ha come scopo individuare per ogni anno quali siano le nazioni più preparate per supportare i propri cittadini in pensione.

Il metodo che sta alla base di questo indicatore sintetico prevede che vengano esaminati diciotto fattori raggruppati poi in quattro macrocategorie, per essere infine ricondotti ad un unico valore percentuale.

Nel dettaglio, queste le singole voci esaminate:

  • Salute: spese sanitarie pro capite, aspettativa di vita, spese sanitarie non assicurate
  • Qualità di vita: livello di felicità, accesso all’acqua e servizi igienici, qualità dell’aria, altri fattori ambientali, biodiversità dell’habitat
  • Benessere materiale: reddito pro capite, parità di reddito, livelli di occupazione
  • Finanze nel periodo pensionistico: debito pubblico, dipendenza dalla vecchiaia, tassi di interesse, inflazione, pressione fiscale, governance, mutui bancari non performanti

 

Nei grafici che seguono noi di Infodata abbiamo riportato gli score delle quattro macro categorie per i primi venticinque paesi al mondo, affiancati poi dal valore complessivo del Global Retirement Index rappresentato nell’istogramma arrotondato con gradiente di blu che spazia dai toni chiari a quelli più scuri in funzione del valore crescente dell’indice (analogamente a quanto accade per le macro voci i cui dati sono racchiusi nei cerchi colorati di verde e viola).

 

La classifica stilata da Natixis per il 2022 vede in testa ben quattro paesi europei, capitanati dalla Norvegia che con il valore di 81% si posiziona davanti alla Svizzera (80%) ed all’Islanda che segue poco dopo a quota 79%, per finire con il quarto posto dell’Irlanda (76%).

Nel dettaglio, la Norvegia ha ottenuto il punteggio più alto in Salute (Health – 91 a parimerito però con Lussemburgo e Giappone), il secondo in Benessere Materiale (Material Wellbeing – 79, dopo l’84 della Repubblica Ceca) ed il terzo valore per Qualità della Vita (87 – Quality of Life), mentre per la voce “Finances in Retirement” il 69 non la fa rientrare nella top 5 di categoria.

E a proposito di categorie, volendo dare uno sguardo verticale ad ognuna delle quattro macro-voci che compongono l’indicatore finale, Norvegia, Lussemburgo e Giappone – come anticipato – sono in testa alla graduatoria della Salute, mentre l’Estonia chiude in ultima posizione con 68, risultando essere l’unica realtà sotto quota 70.

Proseguendo nello spaccato delle quattro categorie in esame, la miglior Qualità di vita appartiene alla Finlandia (89, in buona compagnia di tutta l’Europa scandinava) a cui fa da contro altare la Corea del sud che si ferma a 59 (unica sotto il 60); la Repubblica Ceca – già citata – guida la classifica del Benessere Materiale con cinque punti di vantaggio sulla seconda e ben ventotto sugli Stati Uniti che fanno da fanalino di coda; le Finanze nel periodo pensionistico migliori per il 2022 sono di stampo svizzero (74) mentre quelle meno convincenti tra i top venticinque paesi mondiali si trovano in Francia (48).

Sfortunatamente per noi italiani, per quest’anno non c’è traccia dell’Italia nella graduatoria complessiva, ma volendo ampliare il senso di appartenenza quanto meno all’ambito continentale, l’Europa domina la top 10 con ben otto nazioni (completano i dieci Nuova Zelanda e Australia).

Ad ogni modo, pur vantando un elevato numero di paesi nelle posizioni alte della classifica, va detto che la media più alta per continente appartiene al Nord America che con uno score complessivo pari a 69% – dettato dalla quindicesima e diciottesima piazza conquistate rispettivamente da Canada e Stati Uniti – relegando l’Europa (occidentale) al secondo posto con un valore medio pari al 66%, davanti a Europa orientale più Asia centrale (49%), America latina (37%) e Asia pacifica (32%).