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cronaca

Mortalità, quattro grafici per spiegare la seconda ondata in Italia

Nel secondo semestre del 2020, la Covid-19 è stata la terza causa di morte nella popolazione italiana. Lo dicono i dati raccolti e diffusi da Istat e pubblicati nei giorni scorsi sul portale dell’Istituto nazionale di statistica. Numeri che InfoData ha utilizzato per raccontare cosa è stata la seconda ondata della pandemia.

Nel grafico che apre questo pezzo sono rappresentati i decessi registrati nel secondo semestre del 2020, suddivisi per causa di morte. Il riquadro in azzurro indica quelli dovuti alla Covid-19. In numeri assoluti, questi ultimi sono stati poco meno di 45mila su un totale di quasi 370mila. Guardando alla percentuale, si tratta di poco più del 12%. In soldoni, un decesso su otto è dovuto alla malattia causata dal nuovo coronavirus.

Le prime due cause di morte sono state le malattie cardiovascolari (109mila) e i tumori (89mila). Utilizzando il filtro nella parte bassa (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) è possibile visualizzare il dato suddiviso per classe di età. Bene specificare, a questo proposito, che le dimensioni del grafico non cambiano in base al totale dei decessi. Che tra gli under 50 non hanno raggiunto le 10mila unità, mentre sono stati 170mila tra gli over 85.

L’andamento nel tempo

I decessi legati alla Covid-19 durante la seconda ondata si sono concentrati a cavallo tra novembre e dicembre. Il 17 novembre la curva dei contagi raggiunse il proprio picco e il 2 dicembre, esattamente due settimane più tardi, toccò a quella dei decessi. Anche in questo caso è presente un filtro nella parte bassa del grafico, che consente di visualizzare la situazione nelle regioni e nelle province autonome italiane.

La mappa dei decessi

Sì, perché l’incidenza dei decessi da Covid-19 sul totale di quelli registrati nel secondo semestre del 2020 non è identica in tutte le regioni. Il dato oscilla tra quello valdostano, dove quasi un morto su quattro è stato ucciso dal nuovo coronavirus, a quello calabrese, dove la pandemia è stata responsabile di meno di una morte su 25.

I decessi per classe di età

Non sorprende il fatto che il numero assoluto più alto di decessi dovuti alla Covid-19 si sia registrato nelle fasce più anziane della popolazione. Quelle cioè più fragili e più esposte alle conseguenze gravi dell’infezione. Non a caso le stesse dalle quali, subito dopo il personale sanitario, è partita la campagna vaccinale. Questo il quadro:

In questo caso, il dato fa riferimento all’intero 2020 e mostra l’andamento dei decessi sulla base delle classe di età indicate sull’asse orizzontale. Più una barra è alta e maggiore è il numero di decessi. Il valore più elevato ha riguardato le persone tra gli 85 e gli 89 anni: sono 16mila quelli uccisi dalla Covid-19 nel corso del primo anno della pandemia.