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economia

Le zone climatiche e le temperature: quando accendere i termosifoni? Ecco le mappe comunali dell’Italia

La scorsa settimana Roberto Cingolani – ministro della Transizione Ecologica – ha annunciato un piano con l’obiettivo generale di ridurre il consumo di gas (con un risparmio stimato di circa 5 miliardi di metri cubi, corrispondenti al nove per cento della previsione totale) puntando in prima battuta sulla riduzione di quindici giorni del periodo consentito per l’accensione dei sistemi di riscaldamento che verrà quindi traslata in avanti di otto giorni, mentre lo spegnimento verrà anticipato di una settimana esatta rispetto al passato.

In aggiunta, oltre a lavorare sull’orizzonte temporale, il piano prevede anche un abbassamento di un grado centigrado per tutti gli edifici che si dovrà quindi assestare sui diciassette gradi per gli stabili con finalità di produzione, mentre la soglia per le restanti costruzioni – abitazioni incluse – sarà pari a diciannove gradi, fatta eccezione per ospedali, asili nido e scuole materne, case di riposo e piscine.

Chiaramente, la nostra penisola è caratterizzata da temperature esterne diverse in funzione della latitudine e dell’altitudine di un territorio che si sviluppa dal mare fino ad arrivare alle Alpi avendo anche due isole maggiori e, di conseguenza, è bene ricordare come l’Italia sia divisa in varie zone climatiche che tengono conto di questi fattori permettendo di adattare al meglio il piano di riduzione dei consumi.

Proprio per questo motivo, noi di Info Data abbiamo deciso di riprendere la suddivisione in zone ad opera del Ministero della Transizione Ecologica attualmente in vigore (datata 2016, come aggiornamento progressivo rispetto al 1993) così da avere un quadro visuale di come è suddiviso il nostro paese in funzione delle zone climatiche, pur considerando che, a fronte dei recenti accorpamenti e cambi nei nomi dei comuni italiani, alcuni valori non sono disponibili.

Nella visualizzazione che segue sono state realizzate due cartine dell’Italia – entrambe aventi come livello di dettaglio i singoli comuni – che riportano l’indicazione della specifica zona climatica di appartenenza (opzione di default) oppure l’ammontare dei Gradi Giorno (visualizzabile selezionando la seconda opzione del radio button) per cui è stato scelto un gradiente che spazia dal rosso delle località più “calde” al blu di quelle più “fredde”.
A corredo, sono stati realizzati tre istogrammi che riportano le due classifiche per i dieci valori più rappresentative dei due estremi in fatto di Gradi Giorno e la distribuzione per quanto riguarda le zone climatiche.
Questi ultimi grafici, esattamente come le due mappe, possono essere filtrati dalla selezione per provincia o, alternativamente (nel caso delle zone climatiche), possono fungere a loro volta da filtri per gli altri contenuti.

 

 

In precedenza abbiamo fatto riferimento a località più “calde” o più “fredde”, però sarebbe più corretto fare un piccolo inciso su cosa si intenda per Gradi Giorno in modo da poter comprenderne meglio il significato scalato sulle zone climatiche.

Con Gradi Giorno (GG) viene rappresentata la somma, calcolata per ogni giorno su un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, della differenza (solo quella positiva) tra la temperatura interna decretata da ogni Paese (fissata per convenzione a venti gradi) e la temperatura media esterna, risultando quindi una misura della rigidità di un clima tanto più è elevata di valore.

Tramite questo indicatore è possibile quindi classificare il territorio sulla base di intervalli espressi appunto in Gradi Giorno con cui vengono determinati sia il periodo di accensione del riscaldamento ed il numero di ore giornaliere consentite.

Nel dettaglio, le zone climatiche italiane sono sei e vengono associate alle prime lettere dell’alfabeto in ordine crescente di rigidità: A (<600 Gradi Giorno), B (600 – 900 GG), C (901 – 1400 GG), C (901 – 1400 GG), D (1401 – 2100 GG), E (2101 – 3000 GG), F ( >3000 GG).

Ogni direttiva riguardante il periodo di accensione (che per la zona F non prevede alcuna limitazione vista la rigidità del clima) può eventualmente essere adeguata dai Sindaci dei comuni, previa apposita ordinanza, in condizioni meteorologiche particolarmente avverse in modo da consentire l’accensione degli impianti di riscaldamento anche in altri periodi con una durata giornaliera comunque non superiore alla metà di quanto previsto in via ordinaria.

Secondo il piano in vigore dalla scorsa settimana, le cinque zone soggette a regolamentazione dovranno quindi osservare questa linea guida in fatto di ore giornaliere e periodo complessivo di accensione:

  • A: 8 dicembre – 7 marzo con cinque ore al giorno
  • B: 8 dicembre – 23 marzo con sette ore al giorno
  • C: 22 novembre – 23 marzo con nove ore al giorno
  • D: 8 novembre – 7 aprile con undici ore al giorno
  • E: 22 ottobre – 7 aprile con tredici ore al giorno

 

Dando uno sguardo ai numeri appare evidente come quasi la metà dei comuni italiani rientri nella zona climatica E (4264) che si presenta sostanzialmente in qualunque regione, mentre le altre tre zone più rappresentative sono la D (1585 comuni distribuiti prevalentemente su tutti i litorali e territori limitrofi), la F (1109) per le parti più montuose e la C (986) per i soli litorali e prima entroterra del centro-sud con una piccola rappresentanza ligure.

Le zone B e (soprattutto) la A sono invece molto meno numerose in fatto di conteggio di comuni non arrivando a quota duecento e si collocano esclusivamente in località situate tra Calabria, Sicilia e Sardegna.

Impostando i Gradi Giorno come criterio per la visualizzazione della cartina è possibile ottenere una sorta di “mappa di calore” in senso stretto che, senza sorprese, presenta una distribuzione dei toni di blu solamente nella parte più settentrionale del nostro paese ma che può comunque tornare comoda per trovare i dettagli per singolo comune, corredati anche dal valore dell’altitudine.

Per chi vuole esplorare la base dati, il filtro per provincia aiuta a restringere il campo di ricerca a meno che la località di interesse non compaia già nelle due “top 10” visualizzate di default (ma che si possono aggiornare a seguito dell’interazione coi grafici) in cui Brione e Lampedusa e Lipari comandano le due classifiche opposte.

Sul fronte “freddo”, Brione (6871 Gradi Giorno) è in testa seguita da Livo (6575 GG) e Samone (6169), mentre per il fonte “caldo” Lampedusa Lipari (568) figurano prime distanziando di qualche decina di Gradi Giorno Porto Empedocle (579) e Licata (604).
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