Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
politica

Covid-19, l’estate 2022 è andata peggio. Si evince da un calcolo matematico elementare

L’estate 2022 è andata peggio rispetto alle precedenti come numero di infezioni, di ricoveri e di decessi da COVID-19. Anche fra la popolazione vaccinata. Oramai, con un numero così esteso di dati sia in termini di periodo che possiamo analizzare che di cittadini vaccinati, possiamo dire che il vaccino nei primissimi mesi dopo che è stato somministrato ha ridotto il numero di malati gravi che necessitavano di ospedalizzazione. Questo è un fatto che si evince da un calcolo matematico elementare: fra i vaccinati la percentuale di malattia grave e di decessi è stata molto inferiore rispetto ai non vaccinati. Ciò è valso in particolare nelle fette di popolazione più adulte, cioè fra i 69-79 enni; una fascia d’età particolarmente significativa da esaminare, più indicativa rispetto agli over 80, la maggior parte dei quali convive con forme croniche anche gravi, che rende più complesso capire se la gravità della malattia da COVID-19 sia stata determinata dalla reazione al virus o da un organismo indebolito. Se contiamo i numeri, tuttavia, quest’ultimo aspetto va messo da parte: in ogni caso anche fra gli over 80 i vaccinati sono stati avvantaggiati.
Rispetto all’estate 2021 le cose sembrano essere andate peggio. Se continuiamo a considerare i 60-79 enni, ad agosto 2022 avuto più decessi e più ospedalizzazioni gravi fra i vaccinati di quante ne abbiamo avute ad agosto 2021. Attenzione: è evidente che trattandosi di numeri assoluti i casi fra i vaccinati siano molto superiori a quelli fra i non vaccinati, dato che il 90% della popolazione è vaccinata. Il senso è, al massimo, quello di confrontare i due anni all’interno dello stesso gruppo.

Con il passare dei mesi l’efficacia della vaccinazione nel proteggere da nuove infezioni scema, mentre sembra continuare a funzionare nell’evitare i casi gravi di malattia. In ogni modo, è difficile oggi asserire se il fatto che abbiamo meno ricoverati per COVID-19 rispetto al 2021 sia dovuto alla vaccinazione oppure all’introduzione a inizio 2022 di Anticorpi monoclonali e Antivirali che hanno lo scopo di non portare persone a rischio a sviluppare una malattia grave. Inoltre, quelli qui riportati sono dati che non considerano quanti di essi al di là dello status vaccinale hanno contratto SARS-CoV-2 nella vita, e quindi possono avere degli anticorpi. A oggi un italiano su tre ha avuto una diagnosi ufficiale di SARS-CoV-2, mentre a fine agosto 2021 erano 4,5 milioni gli italiani che avevano contratto il virus, stando alle diagnosi ufficiali.

Di fatto non sappiamo ancora che cosa “funziona meglio” per proteggerci da future infezioni: se la vaccinazione o la pregressa infezione, dal momento che vi sono ancora risultati molto contrastanti in letteratura. Quello che si è osservato è che sia l’infezione che la vaccinazione provocano una risposta immunitaria che protegge dalla malattia grave. Per quanto riguarda invece la protezione nei confronti dell’infezione ci sono diversi elementi che vanno considerati come la durata dell’immunità, le varianti, l’età.
A tal proposito ad agosto 2022 si nota che i tassi di infezione risultano addirittura minori fra i non vaccinati rispetto ai vaccinati da oltre 120 giorni. Rimane il fatto che comunque, anche considerando questi biases, queste distorsioni statistiche, i non vaccinati presentano tassi più elevati di malattia grave.

Tuttavia, che i vaccinati con booster se la cavino ancora meglio quanto a evitare la malattia grave degli altri è anch’esso un fatto oramai evidente da conti matematici elementari. Abbiamo preso due rapporti settimanali dell’Istituto Superiore di Sanità: il primo relativo alla fine di febbraio 2022, e l’ultimo, di fine agosto 2022 (vedi grafico). I vaccinati con seconda dose o booster oggi si infettano più facilmente rispetto a marzo, dove la vaccinazione era più “fresca”, ma se si guardano i casi gravi, i casi sono stati di meno rispetto a marzo.