Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
economia

A proposito di inverno demografico, in Europa solo una famiglia su quattro ha figli (che vivono con loro)

Nel 2021, su 197 milioni di famiglie  nell’Ue, circa un quarto aveva figli che vivevano con loro (24%).  Per essere più precisi, tra le famiglie con un figli, il 49% cioè la metà ne hanno solo uno e il 39% ne ha due. Da questi tre numeri bisogna partire. Perché se poi si entra nel merito del singolo Paese il divario cresce moltissimo.

Un indicatore per iniziare un ragionamento è quello del lavoro part-time. Sono le mamme a lavorare di più a tempo parziale. In 24 Stati membri dell’Ue, la percentuale di donne tra i 25 e i 54 anni che lavorano part-time è maggiore di quella delle donne senza figli, con un divario più alto negli Stati Ue centrali e occidentali: in Germania è del 34%, in Austria del 32,3%, nei Paesi Bassi del 27,3%. Solo in Danimarca, Portogallo e Lettonia sono più le donne senza figli di quelle con figli a beneficiare del part-time (rispettivamente 2,7%, 2,3% e 1,8% in più).  In Italia la percentuale è del 10,6%.

Se però analizziamo la presenza dei figli in famiglia in termini di ricadute occupazionali ci accorgiamo che la situazione in Italia è tra le peggiori in Europa. Come mostrano i dati Eurostat relativi al 2020, complessivamente nell’Ue erano occupati il 72,2% delle donne e il 90,0% degli uomini con figli di età compresa tra 25 e 54 anni. Nella stessa fascia di età, ma per le persone senza figli, le donne avevano un tasso di occupazione più elevato (76,8%), mentre gli uomini avevano un tasso di occupazione più basso (80,9%).

Le percentuali più alte di donne occupate con figli sono state registrate da Slovenia (86,2%), Svezia (83,5%), Portogallo (83,0%), Lituania (82,6%), Danimarca (82,2%), Paesi Bassi (80,7%) e Finlandia ( 80,3%). I tassi di occupazione più bassi sono stati segnalati dall’Italia (57,3%), dalla Grecia (61,3%) e dalla Spagna (66,2%) dove erano occupati meno di due terzi delle donne con figli.

A margine dell’evento intitolato “Demografia, immigrazione e condizione femminile” all’interno della diciassettesima edizione del Festival dell’Economia di Trento, parla Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat. “Per rallentare l’inverno demografico è necessario avviare iniziative sia sul fronte economico, sia su quello della conciliazione tra maternità e lavoro, della cura e del clima culturale. Va infatti riconosciuto un ruolo sociale a chi fa figli

Per approfondire. 

2021: la metà delle neomamme italiane non lavora

Qual è il livello di istruzione delle ultime generazioni di italiani? Ecco cosa sappiamo. (prima puntata)

Demografia, cosa è successo nei primi due anni di pandemia?

Ultimi commenti
  • Francesco |

    Buon giorno, purtroppo non c’è un futuro che garantisca la crescita dei figli con la sicurezza della continuità della vita !

  • Francesco |

    Buon giorno, purtroppo non c’è un futuro che garantisca la crescita dei figli con la sicurezza della continuità della vita !

  • Arianna Passerini |

    Poche considerazioni banali che raramente vedo riportate sulla stampa. Quanti sono gli italiani che lavorano? Poco più del 40%. Perché mai si vuole aumentare l’occupazione delle madri? Se non si apprezza l’attaccamento fra madri e figli, non si può capire quale sia il vantaggio di essere madri. Non occorre essere religiosi praticanti e neppure credenti per rendersene conto. Se i figli si fanno tardi e non ci sono nonni ad occuparsene, si dice, servono più asili nido. Ma l’asilo nido è anche una scelta dolorosa per le madri. E i figli non scelgono, ma se potessero scegliere, lo vorrebbero? Forse quelli concepiti inconsapevolmente, ma gli altri? Anche chi ha un lavoro che ama moltissimo l’ha detestato quando i figli erano piccoli. Chi non sacrifica la carriera per i figli capita che se ne penta. Essere madri per qualcuna è un’esperienza meravigliosa. Quindi è chiaro: non si può avere tutto

  • Arianna Passerini |

    Poche considerazioni banali che raramente vedo riportate sulla stampa. Quanti sono gli italiani che lavorano? Poco più del 40%. Perché mai si vuole aumentare l’occupazione delle madri? Se non si apprezza l’attaccamento fra madri e figli, non si può capire quale sia il vantaggio di essere madri. Non occorre essere religiosi praticanti e neppure credenti per rendersene conto. Se i figli si fanno tardi e non ci sono nonni ad occuparsene, si dice, servono più asili nido. Ma l’asilo nido è anche una scelta dolorosa per le madri. E i figli non scelgono, ma se potessero scegliere, lo vorrebbero? Forse quelli concepiti inconsapevolmente, ma gli altri? Anche chi ha un lavoro che ama moltissimo l’ha detestato quando i figli erano piccoli. Chi non sacrifica la carriera per i figli capita che se ne penta. Essere madri per qualcuna è un’esperienza meravigliosa. Quindi è chiaro: non si può avere tutto

Suggeriti