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Quanto conta avere top player per vincere lo scudetto? Il caso del Milan spiegato con i dati

Vincere uno scudetto all’ultima giornata ha sempre un sapore diverso dagli altri. Vincere uno scudetto contro i diretti rivali della stessa città, i cosiddetti “cugini”, ha un sapore ancora più particolare. Non deve quindi stupire l’entusiasmo del popolo rossonero che, a distanza di undici anni dall’ultimo campionato vinto, può festeggiare doppiamente avendo centrato in un colpo solo le due circostanze appena citate.

Tra gli sfottò social che spaziano a 360° dalla “papera” che ha condannato l’Inter nella partita contro il Bologna a quelli che vertono sulla “nuova” gara verso la seconda stella (il ventesimo scudetto) come ennesima sfida stracittadina, c’è un dettaglio che oggettivamente mette bene o male tutti d’accordo sull’impresa appena compiuta del Milan. Avere vinto un campionato contro i pronostici e contro i numeri che non la vedevano assolutamente come la favorita numero uno.

Ed ecco quindi che, con buona pace di tutti i tifosi, specialmente quelli interisti (come chi ha scritto questo articolo, ahimè), noi di Info Data abbiamo voluto dare uno sguardo proprio a questo taglio più oggettivo, in modo da astenerci dalle simpatie personali, lasciando spazio ai dati come siamo soliti fare.

Per farlo, in prima battuta, abbiamo fatto un salto “nel passato” andando a rispolverare le previsioni che risalgono alla scorsa estate da parte di FiveThiryEight che, come alcuni lettori ricorderanno, già in precedenza aveva indovinato l’esito del campionato con dieci mesi di anticipo.

Nel grafico che segue vengono riportati i valori dello SPI – Soccer Power Index – per tutte le venti squadre in corsa per la Serie A, calcolati durante lo scorso agosto e corredati, come di consueto, dalla relativa probabilità di vittoria secondo la simulazione dell’algoritmo da Nate Silver e soci.

 

Per chi non lo conoscesse, il meccanismo che sta alla base di questo sistema prevede che ad ogni squadra sia associato un valore di inizio stagione basato principalmente su due fattori: l’indicatore della stagione precedente e il valore della propria rosa secondo le quotazioni di Transfermarket.

Nel dettaglio, oltre all’indicatore complessivo SPI, ci sono altri due valori che rappresentano il rating offensivo e difensivo di ogni squadra e che, rispettivamente, indicano il numero di gol segnati e subiti contro la “squadra media” disputando una partita in un campo neutro.

Andando a vedere quale era il quadro estivo, gli (ormai) ex campioni d’Italia dell’Inter erano dati come i favoriti per bissare il titolo del 2020/21 con una probabilità del 27%, mentre il Milan era quotato “solo” come quinta squadra a fronte di uno SPI pari a 77,1 a cui era stata associata una probabilità di vittoria di appena il 10%.

Prima della squadra allenata da Stefano Pioli, oltre la già citata Inter, capolista con 83,3 (a cui era stato attribuito anche il miglior rating difensivo), comparivano infatti la Juventus (miglior rating offensivo) a quota 81,8, l’Atalanta (80,1) e il Napoli (78,4).

Col senno del poi, a campionato concluso, oltre all’aver sottostimato le potenzialità del Milan che ha chiuso le trentotto partite con la miglior difesa a pari merito con il Napoli subendo trentuno gol, l’algoritmo di FiveThirtyEight ha sovrastimato la prolificità offensiva della Juventus che, pur avendo un 2,5 come indicatore offensivo, ha chiuso la stagione con appena 57 reti segnate, praticamente una di media in meno rispetto a quanto ipotizzato dalla previsione.

No top player? No problem…

Il secondo aspetto sul quale abbiamo deciso di concentrarci, curiosamente come contemplato anche dall’algoritmo per il calcolo del Soccer Power Index, è stato il valore di mercato della rosa rossonera, prendendo in esame i dati messi a disposizione da Transfermarkt.

Nei grafici seguenti sono riportati i valori espressi in milioni di euro delle venti squadre partecipanti al campionato appena concluso, così come la lista dei primi venti calciatori per valore assoluto, indicando il dato del Milan in rosso in entrambi le raffigurazioni.

Anche in questo caso, i numeri raccontano di una squadra che oggettivamente sembrava un gradino sotto le dirette rivali per le posizioni di rilievo del campionato italiano, ma che, evidentemente, ha saputo ribaltare la componente statistica con qualcosa che va oltre i semplici dati.

Analizzando il valore di mercato della rosa dei nuovi campioni d’Italia, i 480 milioni di euro valgono infatti solamente la quarta posizione, alle spalle della Juventus (555 milioni), dell’Inter (529) e del Napoli (540), prima di un “salto” di cento milioni tondi che li separa l’Atalanta al quinto posto (385), seguita dalla Roma (370).

Ad ogni modo, se i rossoneri sapranno continuare sulla nuova strada intrapresa anche con il cambio di rotta che c’è stato nel 2019 con l’arrivo dei nuovi dirigenti tecnici e sportivi, è probabile che il valore della rosa possa continuare ad aumentare, specialmente se i pezzi pregiati verranno valorizzati o in caso di arrivi di spessore come premio per lo scudetto appena vinto.

Spetterà quindi alla bandiera ed ex-capitano Paolo Maldini continuare una strategia di mercato volta all’acquisto di profili di un livello non da primissima fascia europea (basti pensare al recente rinnovo di Mbappè al Paris Saint Germain per avere un’idea di diversi ordini di grandezza che circolano in Europa al momento) ma sicuramente in linea con la realtà italiana, in modo da rinforzare una rosa che ha già saputo superarsi e superare le aspettative di tutti.

Come anticipato, analogamente al valore complessivo delle squadre, anche dal punto di vista dei singoli, momentaneamente (con i dati aggiornati a maggio), non c’è un vero e proprio top player in senso stretto tra le fila del Milan, come dimostra la top 10 in cui compaiono solo giocatori di altre formazioni di serie A.

Nella lista dei primi dieci calciatori che vede in cima Vlahovic, acquistato in inverno dalla Juventus e che ora vale 85 milioni di euro, compaiono tre nomi della Juventus (oltre a Vlahovic, troviamo Chiesa e de Ligt), quattro dell’Inter (Martinez, Barella, Skriniar e Bastoni), due del Napoli (Osimhen e Ruiz) ed infine Milinkovic-Savic della Lazio.

Per trovare il primo giocatore del Milan, bisogna arrivare all’undicesima posizione (a parimerito con Zielinski della Roma) in cui compare Rafael Leao, quotato a cinquanta milioni (a fronte dei ventiquattro pagati per averlo) che ha appena concluso il campionato con undici gol e dieci assist; nuovamente, non sono numeri da super star assoluta, ma sono quelli che, insieme al resto della squadra, hanno permesso al Milan di aggiudicarsi il tricolore sul petto per la prossima stagione.

Subito dietro, c’è poi il terzetto composto dai due perni della difesa rossonera, vale a dire Theo Hernandez (48 milioni) e Fikayo Tomori (45), e dal centrocampista Franck Kessiè (45) che però è già in partenza, direzione Barcellona alla corte di Xavi a parametro zero, giunto alla fine del contratto.

Chiude l’elenco dei top 20 giocatori della serie A Sandro Tonali che, con i suoi quaranta milioni di valore di mercato, figura come quarto italiano più quotato alle spalle di Federico Chiesa (70), Nicolò Barella (70) e Alessandro Bastoni (60), pur essendo il più giovane del quartetto con appena ventidue anni.

 

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