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economia

Demografia d’impresa: dopo due anni di pandemia qualche timido segnale positivo per alcune settori

A distanza di due anni dall’irrompere dell’emergenza sanitaria, i numeri del Registro delle imprese delle Camere di commercio segnalano un primo, parziale assestamento della natalità e mortalità imprenditoriale, senza tuttavia recuperare ancora i livelli pre-pandemia. Alle 101.955 iscrizioni di nuove attività economiche rilevate tra gennaio e marzo (in linea con il dato dello scorso anno, dopo la brusca frenata del 2020) hanno risposto 103.104 cessazioni, per la prima volta in ripresa verso valori più normali dopo la forte contrazione legata all’attesa dei ristori governativi per la forzata riduzione delle attività.

Qui sotto tre numeri e tre grafici per riassumere quanto accaduto presi dall’ultimo rapporto di Unioncamere – InfoCamere a partire dalle risultanze del Registro delle Imprese delle Camere di commercio relative al I trimestre del 2022.

-1.149

La demografia d’impresa nei due anni di pandemia.  Il saldo risultante dai due flussi (-1.149 unità) fotografa un sostanziale “stallo” nella dinamica complessiva del tessuto imprenditoriale che va qualificato come un risultato “tecnico” soprattutto per il livello di cancellazioni, ancora lontano da un’evoluzione fisiologica.

10mila

Ripresa per edilizia e servizi. I dati del primo trimestre del 2022 restituiscono il profilo di un sistema imprenditoriale che allarga il proprio perimetro soprattutto grazie alla filiera dell’edilizia e dei servizi a essa collegati (servizi immobiliari e attività professionali, tecniche e scientifiche) e dei servizi alle imprese. Presi insieme, questi settori determinano infatti un saldo di 10mila imprese in più nel periodo (il 58% del quale attribuibile alle sole costruzioni). Sul fronte opposto, gli altri grandi settori tradizionali mostrano dinamiche negative

-8271

Il commercio ancora giù. Il saldo più negativo del commercio (-8.271 unità nel trimestre) riflette la chiusura definitiva di attività colpite dalla pandemia che, probabilmente, avevano atteso la fine del 2021 per ottenere i ristori governativi; quelli di agricoltura (-4.259) e turismo (-1.610 per alloggio e ristorazione) segnalano un ritorno a valori più fisiologici del recente passato, mentre il bilancio delle attività manifatturiere (-2.230) conferma il dato dello scorso anno.

-7

L’impatto della guerra in Ucraina. A conferma della correlazione dell’andamento del flusso di scrizioni ai registri camerali con il clima di fiducia delle imprese che, nel primo trimestre dell’anno, ha fatto segnare un deterioramento di circa sette punti (passando dai 112,3 punti del dicembre 2021 ai 105,4 di marzo 2022).

 

Ripartono Lazio e Lombardia e Puglia. A livello macro-territoriale, si conferma complessivamente il quadro del primo trimestre dello scorso anno con la sola circoscrizione del Sud e Isole a far segnare un rallentamento appena apprezzabile del saldo, che passa da +0,22% a -0,02%. Tra le regioni, meglio delle altre fanno il Lazio (+0,25%), la Lombardia (+0,13%) e la Puglia (+0,09%), seppure con valori assoluti molto contenuti. Le riduzioni più apprezzabili emergono invece dalla cosiddetta “terza Italia” con Marche, Molise, Umbria e Abruzzo che fanno segnare una crescita negativa nel numero delle imprese che va dal -0,43% al -0,21%.