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economia

L’esposizione al mercato russo delle economie locali italiane

 

L’Istat ha pubblicato i dati sulle esportazioni delle regioni italiane nel IV trimestre 2021, offrendo così un quadro aggiornato dell’internazionalizzazione dei diversi territori, nonché una misura del loro grado di esposizione ai mercati, incluso quello della Federazione Russa, oggi contrassegnato da prospettive assai incerte dopo l’invasione dell’Ucraina e le successive sanzioni internazionali.

I riflessi economici ricadono anche sull’economia italiana. In particolare, per quello che riguarda gli impatti diretti via minor export, quali settori e per quali territori presentano i rischi maggiori?

Per l’Italia Mosca rappresenta l’1,8% delle esportazioni che equivalgono a quasi 7,7 miliardi di euro; i settori più esposti sono gli articoli di abbigliamento, dove il mercato russo rispecchia il 3,9% dell’export con oltre 734 milioni di euro; la fabbricazione di altre macchine di impiego generale (2,9% dell’export, 678 milioni di euro), e i mobili, seppur su livelli più contenuti, mostrano una esposizione significativa al mercato russo pari al 3%.

Lo scenario risulta ben più differenziato se apriamo l’analisi a livello territoriale. Osservando la distribuzione dell’export verso la Russia nelle diverse regioni, si nota una maggior esposizione – superiore al 2% – in Umbria (2,7%), Marche (2,4%), Emilia Romagna (2,1%) e Calabria (2%).

In particolare, in Umbria, il settore della moda esporta 48 milioni di euro verso la Russia, rappresentando il 15 % dell’export umbro di abbigliamento. Anche per il settore “produzione di oli e grassi”, Mosca rappresenta il 7% delle esportazioni totali, quasi 12 milioni di euro.

Differentemente, le Marche mostrano la propria maggiore esposizione al mercato russo nel settore delle calzature, dove le esportazioni raggiungono gli 81,6 milioni di euro e rappresentano l’8% dell’export del settore.

In Emilia Romagna, come in Umbria, il settore della moda è l’industria più esposta al mercato russo.

Infine, in Calabria le esportazioni verso la Russia di altre macchine di impiego generale costituiscono circa 3,2 milioni di euro e delineano il 47% delle esportazioni settoriali totali.

Di fronte alla tragedia che una guerra rappresenta, queste considerazioni sono per certi versi secondarie, ma aiutano a definire l’impatto che un evento traumatico può avere anche su realtà vicine che, oltre a dover far fronte al pesante aumento dei prezzi delle materie prime, dovranno affrontare anche la ricerca di nuove destinazioni per i loro prodotti.

Contributo a cura della società di consulenza Prometeia

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