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cronaca

Russia e Ucraina, import ed export a confronto

In un articolo precedente abbiamo guardato all’interscambio commerciale della Russia per capire di che tipo di economia si tratta, trovando una nazione che in larga parte esporta materie prime (soprattutto di natura energetica come petrolio o gas naturale) e importa prodotti lavorati e semilavorati a maggiore intensità tecnologica: auto e loro parti, prodotti farmaceutici e così via.

In questo articolo, facendo ancora ricorso ai dati dell’interscambio commerciale compilati dall’Economic Complexity Observatory e relativi al 2019, aggiungiamo l’Ucraina all’equazione per capire somiglianze e differenze fra le due nazioni – fatte ovviamente le dovute proporzioni fra i 41 milioni di abitanti della prima e i 145 milioni delle Russia.

Cosa aggiunge l’Ucraina alla Russia, da un punto di vista economico? Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale l’Ucraina è una nazione molto più povera della Russia, con un Pil per abitante di 14mila dollari a parità di potere d’acquisto contro i 29.500 dollari della Russia, a sua volta più povera per esempio della Grecia. Per dare un’idea, calcolato allo stesso modo il Pil per abitante degli italiani è di 43mila dollari. Data la sua ampia popolazione, allo stesso tempo, l’economia russa è nel complesso un po’ più piccola di quella tedesca e 1,7 volte l’italiana.

Per quanto riguarda l’interscambio economico, la differenza principale con l’Ucraina riguarda il maggior tipo di export russo, ovvero appunto quello di materie prime energetiche. A differenza della Russia, l’Ucraina non dispone di giacimenti significativi di petrolio o gas naturale, e anzi queste due risorse costituiscono ampia parte delle sue importazioni dall’estero. La parte del leone nell’export ucraino è piuttosto costituita da prodotti agricoli come mais, oli vegetali, e grano, insieme a materie prime come ferro e derivati.

Prese insieme, tutti questi elementi sono i primi sei principali prodotti esportati. L’unico subito dopo a non essere una materia prima sono i cavi elettrici, venduti nel 2019 per un valore totale di 1,3 miliardi di dollari contro gli oltre 3 miliardi ciascuno per grano, freno, oli vegetali e mais.

 

 

Da questo punto di vista l’economia ucraina aggiunge poco a quella russa, che è anch’essa un grande esportatore netto di grano e di oli vegetali, mentre al più importa soltanto una modesta quantità di mais. Guardando all’import, al netto dei derivati del petrolio e del gas naturale sono di nuovo più le somiglianze che le differenze. Come la Russia, anche l’Ucraina importa veicoli (e loro parti, sia per uso individuale che da lavoro) così come prodotti farmaceutici, prodotti elettronici, semiconduttori, pesticidi, oppure equipaggiamenti per la trasmissione.

 

Allo stesso tempo la Russia era il primo partner commerciale dell’Ucraina, cui andavano il 10% di tutte le sue esportazioni. A seguire la Cina, con il 9%, e poi diverse nazioni europee come Germania, Polonia e anche Italia ciascuna fra il 5 e il 6% del totale. Simile anche la situazione dell’import, con il 12% del valore complessivo in arrivo dalla Russia, ma un maggior peso cinese (13%) e bielorusso (8%).

Una eventuale annessione dell’Ucraina difficilmente fornirebbe alla Russia qualcosa che non possiede già, quanto meno da un punto di vista delle risorse economiche e naturali. Guardando soltanto a questo aspetto, l’aggressione russa appare in essenza molto politica e poco economica.