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economia

La classifica dei Paesi più indebitati (nel 2021) e le conseguenze della pandemia

Non è un segreto, saremo un popolo di santi, poeti, marchesi, navigatori, buongustai a tavola e (a quanto pare) bravi nel curling, ma come nazione siamo anche conosciuti per la maestria con cui facciamo lievitare il debito pubblico. Un’abilità che ci fa essere al sesto posto della Top 10 Most Indebted Nations basato sul rapporto fra debito e Pil – una metrica che confronta il debito pubblico contratto da un dato Paese con la sua produzione economica. È in questo modo che gli economisti misurano la capacità teorica degli Stati di ripagare quanto contratto in passato.

Bisogna poi ammettere che la pandemia non ha certamente migliorato le cose. Molte nazioni hanno dovuto cambiare strategie politiche sul piano strutturale per uscire dal guado dell’emergenza sanitaria. Per farlo hanno chiesto nuovamente aiuto ai sistemi politici a cui fanno capo.  Ma vediamo più nel dettaglio quali Paesi, come l’Italia, hanno peggiorato la propria posizione debitoria.

Pensare al nostro Paese come tra i primi dieci più indebitati al mondo, subito dopo Capo Verde e di dieci punti percentuali peggiore del Suriname, non fa ben sperare. La classifica è stillata sui dati del World Economic Outlook Report del 2021, formulato dalla International Monetary Fund (IMF), rifacendosi al già citato rapporto tra debito pubblico e PIL.

 

Sulla base di tale metrica, Visual Capitalist ha definito l’infografica che vede l’Italia nel gotha dei debitori mondiali con il suo 159% di rapporto debito-PIL.

 

Il Paese più indebitato al mondo resta il Giappone, con un rapporto debito-PIL del 257%, di quasi quaranta punti percentuali distaccato rispetto al secondo in classifica, il Sudan (210%) e la terza, poco al dì sotto, la Grecia (207%).

 

Inoltre, secondo quanto si legge nell’analisi dell’Fmi, si prevedeva che nel 2021 ci sarebbe stata una crescita dell’economia globale del 5,9% e del 4,9% nel 2022. La revisione al ribasso era dovuta ad un declassamento previsto per le economie avanzate, causa interruzione dell’offerta. Per le economie in via di sviluppo, invece, il focus era in funzione delle condizioni pandemiche dovute al procedere della variante Delta. Bisogna tuttavia precisare che il rapporto non aveva ancora in pancia la visione di ciò che sarebbe successo con la diffusione di Omicron, la più contagiosa tra le varianti.

Ma cosa hanno comportato gli anni della pandemia?

Se guardiamo il grafico di  Statista  che prende in esame i dati dell’Office for National Statistics del Regno Unito, tenendo in considerazione gli andamenti delle economie europee dalla fine del quarto trimestre del 2019 alla conclusione del terzo trimestre 2021, il debito pubblico europeo è aumentato su tutta la linea, ma decisamente non in maniera omogenea.

Sì, perché, laddove troviamo un aumento quasi irrisorio del debito lordo nelle amministrazioni pubbliche in Irlanda (0,4 punti percentuali), la Spagna ha invece registrato un +26,3%. La seconda in classifica? Proprio l’Italia, con un +21%. Poco al dì sotto la Grecia, con un +20%. La media europea, del resto, è abbastanza alta, con un incremento intorno al 13%.

Non è dunque una sorpresa ritrovare anche qui due dei Paesi appartenenti al gotha dei debitori mondiali. Tra cui, appunto, la nostra Italia.