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tecnologia

La Nft art, le criptovalute e i criptoartisti. Siamo tornati ai tempi della New economy?

Mattia Cuttini è un cryptoartista, espone in vari luoghi tra cui questo e  vende le sue opere in formato Nft (Non fungible token). Adriano Attus è creative director del Sole 24 Ore, lo abbiamo conosciuto qui parlando di dataviz e visual journalism, e anche lui espone le sue opere che potete trovare anche qui.  Entrambi erano artisti anche prima della tempesta mediatica degli Nft che sta rilanciando qualcosa tutto sommato di antico come l’arte digitale. Cuttini ha iniziato nel 1999, nel 2017 ha presentato il suo primo progetto su Kickstarter e l’anno dopo ha iniziato a lavorare nella CryptoArt cominciando a sperimentare nei suoi lavori multimediali l’intelligenza artificiale. Adriano Attus ha esposto per la prima volta alla Galleria L’Affiche di Milano nel 2015, a cura di Mathia Pagani, e in seguito anche al Mudec, al Palazzo delle Esposizioni di Roma e al Wopart Fair di Lugano. Cinque anni fa con Neometrie ha iniziato una riflessione  sul concetto di ridondanza mediatica che nasce sui numeri e si sviluppa oggi anche via Nft in una caleidoscopica esplosione di geometrie e colori.

Insieme a loro abbiamo capito come blockchain e cryptovalute esattamente come è avvenuto con internet durante la New Economy hanno disintermediato un mercato come quello dell’arte che oggi può offrire al pubblico nuovi canali di accesso agli artisti. Nel corso della puntata di Think Tally Talk ci hanno spiegato come vendere opere d’arte via Nft, quanto costa e quali sono i vantaggi. Buona visione,