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cronaca

CO2, cosa è accaduto negli ultimi dodici anni?

L’obiettivo, fissato nel protocollo di Kyoto e ribadito negli accordi di Doha del 2007, è stato raggiunto. Entro il 2020 l’Unione europea è riuscita a tagliare del 20% le emissioni di gas climalteranti. Anzi, come certificano i dati Eurostat relativi allo scorso anno, è anche andata oltre l’obiettivo, riducendo il proprio impatto in termini di immissioni in atmosfera di un quarto.

Utilizzando i numeri messi a disposizione dall’Istituto europeo di statistica, InfoData ha scelto di visualizzare, settore per settore, la riduzione delle emissioni in termini percentuali. Fatta 100 la quota immessa in atmosfera nel 2008, il cerchio più scuro rappresenta quella relativa al 2020. La parte in verde più chiaro mostra la contrazione percentuale, che può essere visualizzata cliccando sopra ogni cerchio. Se non è presente, significa che il settore considerato ha registrato un incremento nelle emissioni di gas climalteranti.

I singoli comparti di attività presi in considerazione sono inoltre ordinati da sinistra a destra e dall’alto verso il basso sulla base del valore assoluto delle tonnellate di gas serra immessi in atmosfera. Il che significa che il settore più inquinante è la produzione di energia, seguita dalla manifattura e dai consumi domestici, mentre al capo opposto troviamo la finanza, la cultura e l’informazione.

La produzione di energia è anche il comparto che ha visto la maggiore contrazione percentuale, con una riduzione delle emissioni del 40,9% nel periodo considerato. Seguono cave e miniere (-37,5%), la manifattura (-27,2%) e il settore della cultura e degli spettacoli (-25,3%). Agricoltura e pesca hanno invece avuto una contrazione inferiore al punto percentuale, mentre salute e servizi sociali sono l’unico settore ad aver registrato un incremento nelle emissioni, pari al 4,6%.