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tecnologia

L’energia elettrica si misura anche a partire dagli standard

Effettivamente, in maniera molto simile alle usanze, anche per quanto riguarda la tipologia di prese di corrente, le abitudini dei vari paesi nel mondo sono piuttosto diversificate e, specialmente fuori dall’Europa, non è scontato che la classica spina elettrica sia pronta da usare in qualunque parte del pianeta.

Facendo un salto indietro nel passato, quando l’elettricità approdò nelle abitazioni, questa veniva utilizzata primariamente come fonte di illuminazione e, siccome all’epoca il costo dell’energia elettrica per la “luce” era inferiore rispetto a quello per altri impieghi (carico), si era soliti collegare gli apparecchi portatili – come asciugacapelli per esempio – alle prese per lampadine con i cosiddetti tappi portalampada.

Fu solamente in un secondo momento, quando l’elettricità prese piede come alimentazione di vari dispositivi, che divenne necessario introdurre un sistema di connessione maggiormente sicuro rispetto agli ingressi per lampadine; stando alle fonti più accreditate in materia, il primissimo sistema costituito da presa (detta anche femmina e lato costantemente in tensione) e spina (maschio) venne introdotto in Inghilterra sul finire del diciannovesimo secolo, mentre negli Stati Uniti arrivò solo nei primi anni del Novecento.

Con il diffondersi globale dell’elettricità come fonte di energia principale nell’ambito domestico, la volontà delle singole nazioni di sviluppare un proprio modello di presa è stato nettamente superiore a quella di trovare uno standard unico, motivo per il quale, ad oggi, nonostante alcuni tentativi, non esiste di fatto un sistema universale sebbene ci siano comunque vari livelli di compatibilità tra sistemi diversi con prese in grado di accettare più formati.

Tanto per citarne uno, per quanto in fase ancora sperimentale e non ancora adottato da alcun paese, la Commissione Europea ha creato un nuovo tipo di spina – la IEC 60906-1 – che dovrebbe ambire a rimpiazzare nel prossimo futuro tutte quelle delle nazioni europee.

Ad ogni modo, per ricapitolare quale sia lo scenario attuale, sia dal punto di vista europeo che da quello globale, noi di Info Data abbiamo preso in esame la lista dei sistemi presa/spina disponibile su worldstandards così da poter dare un’occhiata alle principali tipologie disponibili e capire in quanti paesi sono adottate, ma soprattutto quali gradi di compatibilità ci possano essere fra sistemi differenti.

Nell’infografica che segue, sono state rappresentate le sei tipologie di prese disponibili in Europa, colorandole allo stesso modo dei paesi in cui risultano come sistema primario per la corrente elettrica.
Segue poi un dettaglio di come la cosiddetta tipologia Europea, vale a dire il tipo C (Europlug), sia compatibile nel resto del mondo, mettendola a confronto con gli altri sistemi presenti sul mercato.
Interagendo con le mappe (passaggio del mouse da desktop e click da dispositivi mobile) è possibile scoprire maggiori dettagli sul sistema adottato da ogni paese come ad esempio voltaggio e frequenza della corrente.

 

Come appare evidente nella mappa, il sistema più diffuso in Europa è quello della presa di tipo F, nota anche come “tedesca” o “Schuko” che risulta essere il modello primario in oltre 20 nazioni e compatibile per diverse spine di altre provenienze geografiche, non ultima l’Italia.

Questa presa, tipicamente impiegata per i grandi elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici o cucine in generale, si differenzia da quella standard italiana (il tipo L) per quanto riguarda la messa a terra che è realizzata con due morsetti nella parte esterna della circonferenza, mentre nella “nostra” versione è previsto un terzo foro intermedio ai due che portano ai poli.

Un tratto che accomuna queste due tipologie di presa è la simmetria che permette quindi di poter inserire le relative spine senza prestare attenzione ad un particolare verso obbligatorio.

Al secondo posto in fatto di maggiore diffusione tra i paesi europei compare la presa di tipo E – la cosiddetta “francese” – che pur ricordando come fattezze quella tedesca, in realtà presenta una differenza sostanziale per via del contatto di messa a terra costituito da un perno maschio che sporge verso l’esterno, rendendola quindi del tutto incompatibile con gli altri modelli.
Per i più curiosi, il posizionamento dello spinotto maschio, pur in presenza di un sistema polarizzato, prevede che la messa a terra venga posizionata “in alto” rispettando una vecchia norma cecoslovacca, facendo così ricadere la fase sull’alveolo di sinistra e il neutro su quello di destra.

Dopo le sopraccitate tipologie F ed E, compaiono complessivamente altri quattro esemplari di prese caratteristiche di un paese che nel caso del Regno Unito rappresenta poi più nazioni.

Ad ogni modo, a differenza delle prese di tipo L, K e J, rispettivamente diffuse in Italia, Olanda e Svizzera, ma più in generale anche dalle versioni tedesche e francesi, il tipo G, tipico oltre la Manica, presenta dei fori rettangolari disposti come a formare i vertici di un triangolo.

Questa singolarità nel panorama europeo rende la presa “inglese” del tutto incompatibile con il resto degli standard adottati nel resto dell’Europa, risultando quindi essere l’unica presa non riconducibile alla più generica e popolare presa di tipo C, caratterizzata dall’avere i due fori per i poli senza la presenza del filo per la messa a terra.

Va precisato però che se le spine di questa tipologia (comunemente chiamata Europlug) sono ormai lo standard per i piccoli dispositivi elettrici, lo stesso non si può dire per le relative prese che sono bandite a livello legislativo pressoché ovunque.

Come anticipato, la presa “italiana” di tipo L, per esempio, ha completamente rimpiazzato quella di tipo C ed è in grado di sostenere, a seconda delle esigenze, un amperaggio fino a dieci o sedici ampere, sulla base della sezione del filo elettrico. Esiste poi una terza variante bivalente in grado di unirne le funzioni e che può essere utilizzata sia per le spine grandi che per quelle piccole.

 

Prese, ma soprattutto spine nel mondo

Per chi ama viaggiare, probabilmente sarà molto più di interesse conoscere dove la spina dei propri dispositivi possa entrare (tenendo conto del voltaggio) rispetto a quali spine possono venire accolte nelle proprie prese di casa.

A meno che non siate britannici, l’appartenenza europea, e di conseguenza la compatibilità con il modello C a due fori, è di gran lunga il meccanismo più accettato a livello mondiale con 157 paesi in cui è possibile inserire questa tipologia di spina, spaziando dall’America meridionale fino all’Asia, passando anche per buona parte dell’Africa.

Per contro, nell’America centro settentrionale (ed in Giappone) per un totale di quarantatré paesi, il modello di riferimento è la presa di tipo A da cui poi è derivata la B, suo diretto successore, entrambe caratterizzate dall’avere due contatti piatti paralleli dove quello per il neutro risulta essere lievemente più ampio rispetto a quello della fase, rendendo quindi questa presa polarizzata (può quindi essere introdotta in un unico verso).

Come in altri scenari, l’evoluzione verso il modello successivo è avvenuto, nel 1965, per ragioni di sicurezza introducendo la messa a terra con l’aggiunta di un terzo contatto a forma semi cilindrica.

Per completezza va ricordato che in America la tensione di corrente standardizzata è pari a 120 volt, con frequenza di 60 Hertz, pertanto l’uso di spine diverse richiede oltre ad un adattatore anche un trasformatore di corrente.

Il resto del mondo, viene poi coperto in trentotto paesi dalla presa “inglese”, in particolar modo ripartiti nel medio oriente e nell’Africa centro orientale, da quella di tipo I (17 nazioni) diffusa prevalentemente nel continente oceanico, e dalla coppia D ed M per un totale di undici paesi situati nell’Africa centro meridionale.