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cronaca

E se prendessimo il treno al posto dell’aereo?

Lo scorso 14 maggio l’Assemblea nazionale francese ha detto stop ai voli interni che possono essere sostituiti da un treno che arrivi a destinazione in meno di due ore e mezza. Un limite che inizialmente era stato fissato in quattro ore e al quale gli ambientalisti chiedono di tornare. Il provvedimento è in attesa del voto finale del Senato. E l’obiettivo, ovviamente, è quello di ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera. Bene, ma se facessimo lo stesso anche in Italia?

Per capire cosa succederebbe InfoData ha preso innanzitutto i collegamenti aerei tra gli aeroporti italiani. Il dato arriva da una tesi di laurea dell’università di Tor Vergata. Dopodiché ha chiesto e ottenuto da Ferrovie dello Stato Italiano i dati relativi ai tempi di percorrenza dei treni tra le città che sono collegate anche da un volo. La scelta è stata quella di privilegiare sempre la soluzione più veloce, ovvero l’alta velocità o i treni diretti o con il minor numero di cambi. Dal computo sono state escluse la Sardegna, non raggiungibile in treno, e la Sicilia, per cui le operazioni di carico dei treni sui traghetti rendono di per sé non competitivo il ferro rispetto all’ala.

Il risultato è quello rappresentato nell’infografica. Le tratte in verde sono quelle che un treno copre in meno di due ore e mezza e che quindi, si applicasse anche in Italia la norma francese, non si potrebbero più coprire in aereo. Quelle in giallo, invece, rappresentano quelle che un convoglio ferroviario porta a termine entro le quattro ore, limite al quale vorrebbero tornare gli ambientalisti francesi.

Come si può facilmente notare, sono tutte tratte che hanno Roma come punto di partenza e di arrivo. La norma francese esclude i voli che hanno come destinazione Parigi Charles De Gaulle, scalo sul quale Air France fa da hub. E poiché Alitalia, e verosimilmente anche la costituenda compagnia di bandiera, fa hub a Roma Fiumicino, è possibile che la legge transalpina applicata in Italia non avrebbe praticamente effetto alcuno.

Nè le cose cambieranno anche una volta realizzati gli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che pure al trasporto su ferro destina poco meno di 25 miliardi di euro. Sono infatti due gli interventi previsti nel PNRR che avrebbero un impatto sulle tratte rappresentate nel grafico. Ovvero la riduzione di 90 minuti della percorrenza in treno tra Napoli e Bari e il taglio di 80 minuti nella tratta tra Reggio Calabria e Salerno. Due operazioni che ridurrebbero sotto le quattro ore il tempo per raggiungere in treno da Bari e da Reggio Calabria la capitale. Sul grafico le due caselle da rosse diventerebbero gialle, ma appunto saremmo ancora nell’ambito dell’hubbing. Una norma come quella francese, quindi, in Italia sarebbe poco efficace.