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economia

Treni, l’impatto della pandemia sul traffico ferroviario nel 2020

Per larga parte dello scorso anno, almeno in Italia, hanno viaggiato al 50% della capienza, una misura introdotta per contenere la diffusione del Sars-CoV-2. Tra questo, le scuole e le università in Dad e l’impossibilità di muoversi se non per ragioni di lavoro, non c’è da stupirsi che il traffico ferroviario si sia ridotto. Eurostat ha appena aggiornato i dati con quelli relativi all’ultimo trimestre del 2020, circostanza che ha permesso ad InfoData di realizzare l’infografica che apre questo pezzo. E che mostra inequivocabilmente il crollo dei passeggeri dei treni in tutta Europa.

Ogni riga fa riferimento ad una singola nazione, ogni barra ad un trimestre. Più sono lunghe e più virano al rosso scuro, maggiore è il calo percentuale dei passeggeri registrato nel trimestre di riferimento rispetto allo stesso periodo del 2019. Le uniche due barre grigie indicano invece un aumento.

Il calo, a dirla tutta, era iniziato già nel primo trimestre, un periodo interessato solo nell’ultima parte dalle misure di contenimento della pandemia da nuovo coronavirus. La contrazione più significativa la si può osservare tra aprile e giugno del 2020, con punte di oltre il 90% di passeggeri in meno nel Regno Unito e in Irlanda. Nello stesso periodo i treni italiani hanno visto salire a bordo il 77% in meno dei viaggiatori rispetto all’anno precedente.

Non è insomma solo il traffico aereo ad aver sofferto le conseguenze dei lockdown promossi dai governi europei. Anche quello ferroviario, come del resto quello automobilistico, ha subito una contrazione dovuta al fatto che alle persone è stato impedito di viaggiare. Una contrazione che, dopo la prima ondata, è proseguita per tutto il 2020, anche in quei mesi estivi che hanno visto l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia.