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tecnologia

Cosa è la data sonification? spiegate bene #DatavizAndTools

La data sonification, o la pratica di rappresentare i dati attraverso il suono, è la linea di ricerca che Sara Lenzi, dottoranda presso il DensityDesign Research Lab al Politecnico di Milano e Paolo Ciuccarelli, Professore di Design e Direttore del Center for Design a Northeastern University, stanno esplorando insieme, per sviluppare metodi e strumenti utili a chi vuol progettare in questo campo.

L’aumento esponenziale della produzione e del consumo di dati a tutti i livelli delle società, le esigenze sempre nuove e la necessità di raggiungere un pubblico sempre più ampio. Da qui si sviluppa e si evolve la sonificazione dei dati. Se data visualization, la pratica di tradurre le informazioni in un contesto visivo, sta ormai diventando una parola di uso comune, i confini delle modalità con cui diamo un senso ai dati, comunichiamo informazioni e costruiamo conoscenza continuano a spingersi oltre.

L’uso del suono per trasmettere informazioni non è qualcosa di nuovo. Pensiamo banalmente a uno dei primi strumenti di comunicazione ad ampio raggio, la radio. Uno strumento che oggi può sembrare antiquato, ma che ha rappresentato una delle più importanti invenzioni della modernità, cambiando totalmente il nostro modo di comunicare. Ma non solo. Il suono è usato per comunicare informazioni utili in tantissime altre applicazioni che conosciamo. Dal sonar al contatore Geiger, oppure pensiamo al beep di un’auto elettrica in avvicinamento o agli avvisi che le nostre auto ci mandano per ricordarci una cintura di sicurezza dimenticata. Ma anche i suoni che udiamo giocando ai videogames, utilizzati per guidare l’esperienza del giocatore trasmettendo contenuti sia informativi che emotivi.

La data sonification viene utilizzata per comunicare e raggiungere un pubblico più ampio, grazie a una stratificata gamma di linguaggi e sensi per la comprensione di questioni complesse nelle società ad alta intensità di dati. La definizione ufficiale e accademica di data sonification risale agli anni Novanta, quando è stata fondata la International Community for Auditory Display. Da quel momento in poi la sonificazione è stata applicata e discussa come possibile mezzo di rappresentazione dei dati numerici a supporto dell’analisi scientifica, alternativa o complemento alla rappresentazione visiva dei dati.

Data sonification applicata

Abbiamo già accennato ad alcuni esempi di applicazione. Uno degli esperimenti più riusciti che è possibile osservare nel Data Sonification Archive (raccolta curata di progetti di sonificazione e design) utilizza il potenziale del suono integrandolo alla visualizzazione, per trasmettere al pubblico informazioni riguardo all’inquinamento acustico a Bruxelles. Un progetto che immerge l’utente tra le strade della capitale belga, fornendo un’esperienza sensoriale unica.

 

Anche la pandemia è stata raccontata con i suoni. Jamie Perera ha provato a rappresentare i decessi da coronavirus in Gran Bretagna sfruttando la sonificazione. Nell’audio ogni giorno ha la durata di 30 secondi nel lungo periodo a partire dalla prima morte registrata il 5 marzo.

 

https://soundcloud.com/jamieperera/sonification-every-uk-covid-19-death-by-day
https://soundcloud.com/jamieperera/sonification-every-uk-covid-19-death-by-day

 

Un progetto simile ha raccontato il surriscaldamento globale attraverso il suono. In questo brano i dati climatici sono stati sonificati. L’aumento della frequenza rappresenta la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, mentre l’intensità delle corde pizzicate rappresentano le medie di temperatura. Da notare (e ascoltare) come l’aumento della CO2 determina un aumento della temperatura.

 

 

Le ricerche sulla data sonification

 

Lo scorso anno Paolo Ciuccarelli e Sara Lenzi hanno pubblicato un articolo su Big Data & Society, affrontando il tema della data sonification, ragionando sul rapporto tra design, sonificazione dei dati e implicazioni sociali degli sviluppi delle data technologies.

L’uso del suono, una modalità sensoriale spesso descritta come coinvolgente per gli ascoltatori a un livello viscerale e intuitivo, per rappresentare i dati ha, negli ultimi anni, guadagnato slancio“, ha spiegato il professor Ciuccarelli, fornendo una panoramica dell’articolo su Big Data & Society. “Questo avviene in un momento in cui i metodi tradizionali di rappresentazione visiva faticano a creare una relazione efficace tra il pubblico più largo e i dati disponibili, astratti e sempre più complessi, con relativa difficoltà nel costruire consapevolezza e conoscenza rispetto ai fenomeni che quei dati descrivono – la pandemia in corso ne è un esempio.”

Man mano che i dati si sono espansi sempre più nella vita di tutti i giorni, designer e ricercatori si trovano di fronte a domande su come questi dati vengono rappresentati e comunicati, in particolare quando si tratta di dati che trattano questioni sociali complesse. Il suono può essere un ulteriore senso da sfruttare per coinvolgere un pubblico non esperto con dati e informazioni su questioni socialmente rilevanti.

Comunicare a un pubblico più ampio richiede che gli autori modellino intenzionalmente la sonificazione. Proprio il tema dell’intenzionalità come condizione per la data sonification all’interno del processo progettuale è al centro dell’articolo.

I progetti di sonificazione sono ancora relativamente nuovi tra quelli che cercano di codificare i dati e trasformarli per il pubblico. Secondo le conclusioni di Sara Lenzi e Paolo Ciuccarelli sono ancora guidati dai tecnicismi del trasferimento e della mappatura dei dati nel linguaggio del suono, senza una considerazione critica degli effetti e delle implicazioni di tale traduzione processi. La mancanza di contesto, un approccio riduttivo alla rappresentazione del fenomeno alla base dei dati e la presunzione di oggettività nei dati spesso impediscono un’efficace integrazione della data sonification nel più ampio processo di progettazione di esperienze che mirano a raggiungere, coinvolgere e informare un pubblico più ampio di non esperti sulle questioni sociali.

 

Negli ultimi anni sono diversi i progetti che hanno raccontato la realtà che ci circonda attraverso il suono. Nel 2018 Domenico Vicinanza dell’Anglia Ruskin University e Genevieve Williams della University of Exeter, hanno applicato la sonification alle immagini di Marte in occasione della 5.000esima alba catturata dal rover Opportunity della Nasa. L’obbiettivo è studiare le caratteristiche e l’atmosfera dei pianeti. Se la data sonification si spinge così lontano, verso il prossimo obbiettivo che l’umanità si è posta, non ci sono dubbi che dovremo includerla presto nel nostro vocabolario dei dati, per estendere i metodi di indagine a nostra disposizione e stimolare ricerche e sperimentazioni in diversi ambiti del sapere umano.