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cronaca

Sanremo, la finale. Chi vincerà? Il sistema “elettorale” #spiegatobene

Siamo alle battute finali del caro vecchio Festival. Come si sceglie il vincitore di Sanremo? Il sistemo di voto è composito quanto quello di un grande stato democratico e, oltretutto, varia di anno in anno.

Esperti, stampa, pubblico. La classifica del Festival è da sempre determinata da una pluralità di giurie, che si alternano nelle cinque serate in cui è scandita la competizione. Cerchiamo di fare chiarezza.

Il sistema “elettorale”

Al Festival si alterneranno quattro diverse giurie. Partiamo dal presupposto che nessuna delle giurie è preponderante sulle altre. Una di queste ha però un minor impatto sul risultato finale. Procediamo con un certo ordine, seguendo il programma del Festival. Le prime due serate sono di esclusiva competenza della prima giuria: la giuria demoscopica.

Comprendere la composizione e il ruolo di questa giuria è molto importante per capire le dinamiche che determinano il vincitore. Anche perché ha un peso determinante in apertura di Festival, nelle prima due serate, ma anche in chiusura, nell’attesa finalissima. La giuria demoscopica è un gruppo di 300 persone scelte dalla Rai, su un campione di abituali fruitori di musica. L’idea è che questo gruppo rappresenti al meglio la grande varietà dell’opinione pubblica. Per questo motivo è una giuria ampiamente rappresentativa in termini di età, genere musicale preferito e provenienza geografica. Quello che suggerisce il termine “demoscopico”, che definisce il gruppo. Esprimeranno il loro voto da casa, attraverso un sistema di votazione elettronico.

La terza serata entra in scena l’orchestra. Che non solo accompagnerà i 26 concorrenti nella serata dei duetti, ma è chiamata a esprimere un voto sulle esibizioni. I concorrenti si esibiranno con una canzone scelta tra i grandi brani della storia della canzone d’autore, in coppia con ospiti italiani o internazionali. I musicisti e i coristi determineranno la classifica di serata. La media tra le percentuali di voto ottenute dagli artisti in serata e quelle ottenute nelle serate precedenti comporrà invece la nuova classifica generale delle 26 canzoni/in gara nella sezione Campioni.

Altra giuria determinante ai fini del risultato finale è quella della sala stampa, tv, radio e web. È composta da giornalisti accreditati a Sanremo 2021. Anche in questo caso all’esito delle votazioni, verrà̀ stilata da Rai una nuova classifica delle 26 canzoni in gara, determinata dalla media delle percentuali di voto da queste ottenute in serata e quelle ottenute nelle serate precedenti.

Sabato (oggi) è la sera del voto popolare, quella del televoto. Ma quanto conta in percentuale il voto del pubblico per determinare chi vince Sanremo? Il televoto da telefonia fissa o mobile influenzerà totalmente la classifica della quinta serata, ma per decidere il podio il suo peso sarà equamente ripartito con quello delle altre 3 giurie.

 

Ricapitolando il voto che deciderà il podio sarà il risultato dei voti ottenuti nelle cinque giornate di Festival.

 

  • 1° e 2° serata: voto della giuria demoscopica (25% dei voti totali)
  • 3° serata: voto degli orchestrali (25% dei voti totali)
  • 4° serata: voto della sala stampa (25% dei voti totali)
  • 5° serata: voto del pubblico tramite televoto (25% dei voti totali)

La finalissima

 

Una volta determinati i 3 finalisti il voto si azzera e l’influenza delle giurie cambia per il voto finale. L’orchestra viene totalmente esclusa dal voto che decide il vincitore del Festival, lasciando la scelta ai restanti tre gruppi: la giuria demoscopica, la sala stampa e il televoto. Solo a questo punto il voto del pubblico assume un peso preponderante sul restante elettorato. Anche se in una percentuale molto bassa e non determinante.

 

Sanremo si chiuderà con un ballottaggio a 3 candidati. Azzerati completamente i risultati delle serate precedenti, il televoto peserà per il 34%, la giuria demoscopica e la sala stampa entrambe per il 33%.

 

Il televoto decide quindi il vincitore del Festival? Assolutamente no. Il risultato dello scorso anno lo dimostra. Diodato raggiunse solo il 23,93% al televoto. Terzo su tre, con Gabbani al 38,85% e i Pinguini Tattici Nucleari al 37,21%. Chi determinò in maniera netta la vittoria del cantautore di Aosta fu la stampa, che lo premiò col 57,97% delle preferenze, staccando nettamente Gabbani che si fermò al 24,16%. Un voto che alzò la media complessiva portando alla vittoria Diodato.

Una discrepanza tra vincitore e voto popolare, che si era già manifestata in altre precedenti edizioni. Due anni fa tocco a Mahmood vincere contro il volere del pubblico. Nel 2019 il sistema di votazione prevedeva una giuria d’onore, mentre non aveva alcun diritto di voto l’orchestra. Nella finale a tre Mahmood rimase molto indietro al televoto, che gli regalò solo il 20,95%, relegandolo al terzo posto. Il televoto pesava addirittura il 50%. La sala stampa (con un peso del 30%) e la giuria d’onore (20%) ribaltarono il verdetto, permettendogli di vincere.

 

Il popolo e le élite

Sanremo non è un Festival da voto popolare ma un complesso sistema elettorale alla continua ricerca di bilanciamenti e perfezione. Non sarebbe equo un voto esclusivamente popolare, per evitare che a vincere siano sempre gli artisti con la maggior popolarità, rischiando di penalizzare la qualità. Non lo sarebbe il voto dei soli giornalisti, che si orientano, naturalmente, con gusti decisamente diversi da quelli del pubblico televisivo. Così come non sarebbe sano un voto dato unicamente da una giuria d’onore o dai soli musicisti. Sanremo è insomma un sistema elettorale certamente perfettibile, ma permeato da una logica includente, tesa a favorire l’esercizio del diritto di voto in un’ottica di “bilanciamento” di una pluralità di voci, alla ricerca della maggior rappresentatività̀ possibile.

Vincerà il preferito del pubblico? Forse no, con conseguente alzata di voce di quella fetta di opinione pubblica che considera le élite responsabili di tutto, contro il volere del popolo. Succede anche questo a Sanremo. Del resto è il Festival nazionalpopolare, con un sistema di voto degno di un moderno sistema elettorale. Senza farsi mancare passioni e polemiche che da sempre accompagnano la politica di casa nostra.