Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
finanza

Cinque numeri del Recovery Plan su sanità, istruzione e digitale (in percentuale)

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Recovery plan. Con una dotazione di 222 miliardi il documento di oltre 170 pagine contiene gli ordini di grandezza degli investimenti chiesti all’Europa per modernizzare il Paese. Sei le missioni principali che a loro volta raggruppano 16 componenti: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute. Proviamo a selezionare tre numeri per capire dove si concentrerà l’azione del Governo. Li diamo in percentuale sul totale dell’investimento richiesto. Solo per avere una idea delle priorità

31%

68,9 miliardi per la rivoluzione green.  Alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” è destinata la fetta maggiore di risorse. Si va dall’idrogeno verde alle energie rinnovabili, dalle ciclovie al rimboschimento fino al riciclo dei rifiuti. Rientra anche la decarbonizzazione dell’ex Ilva.

20%

 46 miliardi per digitale, Pa e cybersecurity.  Tre i capitoli: pubblica amministrazione, sistema produttivo e cultura. Dentro ci sono le infrastrutture digitali per la raccolta dei dati (con la nascita di Poli Strategici Nazionali), per garantire più servizi digitali, dalla ‘cittadinanza digitale’ alla digitalizzazione dei pagamenti, ma anche per la cyber security e la gestione di dati sensibili. Negli 8 miliardi del capitolo cultura e turismo trovano infine spazio la riqualificazione di borghi, parchi, giardini storici e periferie, un progetto speciale per Roma ‘Caput mundi’ in vista del Giubileo del 2025 e un ‘Progetto Cinecittà’ per il cinema.

12%

27,6 miliardi al lavoro per giovani, famiglie e parità di genere.  Donne e lavoro, giovani, famiglie ‘marginali’ con una precisa attenzione alle discriminazioni di genere. La missione, è dedicata proprio al “sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere” e all’aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile.

12%

28,5 miliardi per istruzione e ricerca. Più nello specifico 16,7 per il potenziamento delle competenze e diritto allo studio e i restanti 11,7 per la ricerca all’impresa. Per scuola e formazione, tra i principali intenti ci sono l’aumento dell’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia, l’ampliamento delle opportunità di accesso all’istruzione, il contrasto all’abbandono scolastico  e una migliore formazione e reclutamento dei docenti. E’ inoltre previsto l’efficientamento energetico e la cablatura delle scuole.

9%

19,7 miliardi alla sanità. Telemedicina e digitalizzazione, queste le due direttive all’interno delle quali saranno convogliati i finanziamenti. La voce è stata alzata rispetto alla prima bozza. La novità è l’arrivo di 2.564 “case della Comunità”, una ogni 24.500 abitanti, che diventeranno il punto di riferimento sul territorio. Previsti anche 730 mini-ospedali entro il 2026.   (Ansa)