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cronaca

Istruzione interrotta. Almeno 463 milioni di studenti hanno smesso di apprendere durante il lockdown

Nel mondo tre studenti su quattro non possono essere raggiunti dalla didattica da remoto
 (% di studenti che non possono essere raggiunti per sesso, reddito e area di provenienza)

 

Il calcolo è dell’Unicef. Tra marzo e giugno, i mesi clou del lockdown a livello nazionale sono rimasti a casa da scuola quasi 1,5 miliardi di studenti sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole. Lo abbiamo raccontato anche noi di Info Data qui. Ma, come scrive il rapporto “Remote Learning Reachability” dell’Unicef, almeno 463 milioni di bambini che non sono potuti andare a scuola non hanno neppure avuto accesso all’apprendimento a distanza”. Niente tablet, smartphone o forme di istruzione a distanza. Il numero di bambini la cui istruzione è stata completamente interrotta per mesi è un’emergenza educativa globale”, si legge nel report. Le ripercussioni potrebbero essere avvertite nelle economie e nelle società per i decenni a venire”.

La potenzialità della televisione (percentuale di studenti nelle varie regione che sono raggiunti dalla tv)

 

A livello globale, non è possibile raggiungere almeno il 31% degli studenti dalla scuola materna ai licei o istituti superiori a causa della mancanza di politiche che supportano l’apprendimento digitale e trasmesso a distanza o per la mancanza delle risorse familiari necessarie per ricevere l’istruzione digitale o radiotelevisiva”

Come mostra il grafico seguente, è molto probabile che gli studenti più giovani vengano esclusi dalle opportunità di apprendimento a distanza, poiché non è possibile raggiungere due studenti su tre in età prescolare. In termini puramente numerici, il problema è più pronunciato a livello di scuola primaria , dove oltre 200 milioni di studenti non hanno accesso a strumenti di apprendimento a distanza.

La disuguaglianza tra regioni.

Gli studenti dell’Africa subsahariana sono i più colpiti: circa la metà degli studenti non può essere raggiunta con l’apprendimento a distanza. Si conferma poi che gli studenti delle famiglie più povere e quelli che vivono nelle zone rurali sono di gran lunga i più a rischio di perdere le lezioni durante le chiusure. A livello globale, il 72% degli scolari che non possono accedere all’apprendimento a distanza vivono nelle famiglie più povere dei loro paesi. Nei Paesi a reddito medio-alto, i bambini delle famiglie più povere rappresentano fino all’86% degli studenti che non possono accedere all’apprendimento a distanza. A livello globale, tre quarti degli scolari senza accesso vivono in zone rurali.

I più giovani sono i più svantaggiati.

Sempre secondo il rapporto gli studenti più giovani sono quelli più svantaggiati per la formazione a distanza anche perché l’insegnamento diciamo in presenza è fondamentali nei prima anni di scuola. Inoltre, circa il 70% dei bambini in età prescolare (120 milioni di bambini) non può essere raggiunto, soprattutto a causa delle sfide e dei limiti dell’apprendimento online per i più piccoli, della mancanza di programmi di apprendimento a distanza per questa categoria di istruzione e della mancanza di risorse a casa per l’apprendimento a distanza. Per le scuole elementari la percentuale del  29% (217 milioni di studenti) mentre sale al 24% per le scuole secondarie di primo grado – (78 milioni di studenti).

Il senso dei numeri.

Questi numeri non servono e non vogliono mettere pressione ora che le scuole stanno per ripartire. Le scuole non devono diventare nuovi focolai di contagio. La sicurezza è e resta la prima priorità. Serve semmai per accendere un faro sugli strumenti di recupero per una generazione “interrotta” almeno sul piano dell’istruzione.  Come Info Data proponiamo alcune approdondimenti sulla povertà educativa. Un tema che andrebbe studiato e approfondito a nostro parere per studiare strumenti nuovi di recupero.  Buona lettura.

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