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cronaca

Canta insieme a noi le sei canzoni del nostro Natale data driven

“It’s beginning to look a lot like Christmas” scrisse Meredith Willson nel 1951 quando compose l’omonima canzone che, a distanza di quasi settanta anni, rimane uno dei pilastri della colonna sonora di ogni dicembre in vista dell’imminente Natale.

Siamo infatti nel pieno del periodo in cui i brani natalizi colonizzano le frequenze audio della quotidianità mediatica: dalla pubblicità su ogni tipo di canale fino alla musica diffusa dai negozi che cercano di creare la classica atmosfera natalizia, sperando di aiutare Babbo Natale a riempire la slitta per i bambini di tutte le età.

Nella redazione di Infodata, come da tradizione abbiamo dato uno sguardo – con il nostro solito occhio di riguardo verso i numeri – ad alcune delle canzoni più famose della tradizione musicale a tema natalizio.

A seguire, ognuno dei sei brani analizzati, è rappresentato da un fiocco di neve che indica sia il numero di parole (asse x), sia il numero di parole uniche utilizzate (asse y) che, insieme, ne determinano quindi il fattore di originalità associato alla dimensione.

In aggiunta, cliccando su ciascuna canzone, sarà possibile filtrare il secondo grafico nel quale sono riportati i testi all’interno di una spirale che da parte dal centro e va verso l’esterno, riportando le singole parole che lo compongono colorate di un gradiente che spazia dal grigio al rosso in funzione della ripetizione del termine e con una dimensione proporzionale alla lunghezza in caratteri.

Scritte in periodi diversi, le sei canzoni hanno peculiarità differenti dal punto di vista dei testi, già a partire dalla lunghezza in termini di parole.

La super hit degli Wham “Last Christmas” con le sue 346 parole figura prima per distacco seguita dall’intramontabile “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey (303) e dal grande classico per eccellenza “Jingle Bells” (292).

Se si considera la ripetizione delle parole utilizzate, al variare della lunghezza dei testi e considerando attendibile il calcolo dell’originalità dei brani – inteso come numero di parole uniche rapportato a quello del numero totale di vocaboli utilizzati – emerge che il successo di George Michael & Co è il meno originale tra tutti i sei analizzati.

A fronte delle 346 parole presenti nel testo, ce ne sono solo 101 diverse, pari al 29,2% di originalità secondo il nostro calcolo, mentre “Jingle bell rock” guida la graduatoria con il 48,2% (53/110), precedendo “It’s beginning to look a lot like Christmas” (43,7%) e “Let it snow” (42%), unici brani a superare la soglia del 40%.